Salvare l’Auxilium Torino: la speranza di Coach Sacchetti
Le parole dell’attuale tecnico di Nazionale e Vanoli Cremona ha scritto una lettera di incoraggiamento all’antico club del suo maestro Gianni Asti
Capitano non giocatore, si direbbe nel mondo del Tennis, impegnato, in questi giorni, al Foro Italico di Roma per gli Internazionali d’Italia. Ma uno, leader resta sempre, anche quando smette l’attività agonistica e le scarpe ginniche, per rivestire il delicato ruolo di guida tecnica. Quest’anno ha portato, per mano, la Vanoli Cremona alla conquista della sua prima Coppa Italia, a febbraio, nella splendida Firenze. E ri-portato, la Nazionale a giocare un Campionato del Mondo. Stiamo parlando di Romeo “Meo” Sacchetti, già giocatore di Varese e Torino.
Abbiamo letto, su “La Stampa”, quell’atto d’amore per una società che ha fatto la storia, di questa disciplina. Pensi che tutto il movimento farà degli sforzi, per recuperare l’Auxilium Torino?
“Spero di si. Magari una nuova società che partirà dal basso, ma non perderà il patrimonio di appassionati costruito e mostrati in questi anni”, esordisce il Commissario Tecnico dell’ItalBasket.
L’amore di Torino, e del Piemonte in generale, per il basket, è persino simile a quello espresso per il Calcio. Magari anche più raffinato, in questa disciplina.
“Ci ho giocato, li ho allenati in Serie B. Poi sono legato, alla città. Ho conosciuto lì mia moglie e i miei figli sono nati a Torino. A parte questo, c’è un grande entusiasmo, anche maggiore, forse, dei nostri tempi. Anche lo sponsor Fiat aveva fatto presagire cose importanti, per il futuro. Ora bisogna chiudere quella pagina, e non piangere più”.
Sacchetti prosegue, nella sua analisi: “La Pallacanestro è da tutte le parti, logico che tutti vorrebbero giocare in Serie A, ma retrocedere in A2 non è come andare all’inferno. Se sarà Serie B, non è un campionato in cui è facile salire, d’accordo, ma lo stesso percorso lo ha fatto la Fortitudo. L’importante è che ci siano passione e serietà. La prima c’è, e la serietà spero ci sarà, con qualcosa di meno eclatante, ma più serio”.
Hai ricevuto il premio “Coach of the Year” ed hai visto il presidente federale Petrucci. Al netto del rispetto del vostro ruolo istituzionale, vi siete scambiati qualche parere, riguardo Torino?
“Era un po’, che giravano alcune brutte voci. Io cerco di fare l’allenatore, quello che è successo dietro rientra in diversi termini, e quest’anno abbiamo sentito anche cose di rilievo penale. Non c’entriamo noi, la Lega o la Federazione. Ci sono state mancanze e vedremo che succederà, dopo le opportune indagini”.
Questo è il periodo dei Play-off. La Vanoli Cremona affronterà l’Alma Trieste e poi Venezia o Trento. Pensi che il campionato abbia espresso le migliori otto?
Sacchetti dice, con la consueta franchezza: “Tre squadre non erano titolate, per arrivare tra le prime otto. Noi, Brindisi e Trieste. Ogni anno ci sono delle sorprese, non solo questa stagione è così. Il bello dello Sport è avere questa speranza, di vedere impegnate delle squadre meno titolate. Non vince sempre il più forte”.
Torniamo al motivo di questa intervista. Dopo quella bella lettera in favore della tua antica società, Torino, hai avuto qualche messaggio, dei vecchi compagni di viaggio?
“Messaggi sicuramente. Il discorso di Torino è legato a tutto l’ambiente. Il titolo dell’Auxilium era legato a Gianni Asti, il mio allenatore. Vorrei cercare di salvare almeno il nome, dell’Auxilium”.
Testo raccolto da Giulio Dionisi