Luigi Delneri, ex allenatore della Roma, è intervenuto a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, sull’addio di Daniele De Rossi alla Roma. Luigi Delneri ha allenato i giallorossi nella stagione 2004/2005.
Su Daniele De Rossi
“E’ un ragazzo che in quella Roma ci stava benissimo, aveva appena cominciato la sua carriera. E’ una persona e un giocatore di spessore. All’epoca era un ragazzo giovane, aveva spiccate doti di leader e di romanità se possiamo così chiamarla, aveva già un rapporto di amore con la città e con la maglia giallorossa. Si vedeva che aveva caratteristiche importanti in mezzo al campo per potersi assumere delle responsabilità. Ha rappresentato, insieme a Francesco Totti, la romanità. Ha quello che tutti vorrebbero avere, l’appartenenza a una maglia, a una città. Mi dispiace che lasci la Roma adesso ma la vita è fatta anche di questi momenti. Lui ha rappresentato e rappresenterà sempre una fetta importante della Roma calcistica”.
Sull’addio alla Roma
“Per lui è stato un dispiacere. Ha scelto una vita che si confà a lui e al suo carattere, dire le cose come stavano prima che finisse il campionato per avere più serenità nelle scelte future. L’età credo abbia inciso molto anche se vedo Daniele ancora come giocatore. Quest’anno ha dimostrato di essere ancora il fulcro, il calcio ha bisogno di questi rappresentanti. Più tardi si allontanano questi personaggi più si fa il bene del calcio, è il mio pensiero. Persone come De Rossi, oltre ad essere giocatori hanno carisma, importanza in quello che fanno e fino a quando questi giocatori si sentono di andare avanti nel calcio è giusto che lo facciano. De Rossi ha ancora lo stimolo, la voglia e negli anni saprà dimostrare che poteva starci benissimo in questo mondo calcistico per un po’”.
L’esperienza sulla panchina della Roma
“La stagione 2004/2005 è stata di rinascita, di ricostruzione. La squadra aveva perso giocatori importanti che avevano dato molto, come Samuel, Emerson, Cafù, e stava avendo ricambi importanti. Quando ho lasciato la Roma occupava la quinta/sesta posizione in classifica, viaggiava in quote giuste per una ripartenza, l’anno successivo è stato tutto diverso. Ho un bel ricordo di quell’esperienza e della città”.
Sulla famiglia Sensi
“Provo per la famiglia Sensi un grande affetto, è una famiglia nel vero senso della parola. Grandi persone che hanno dato molto alla Roma calcistica, è una famiglia che ha amato molto la Roma, non dimentichiamolo, e la ama ancora. Ho avuto un bel rapporto con i Sensi, ci siamo frequentati solo qualche mese ma mi è bastato per conoscere il loro amore per Roma, la loro dedizione, il loro impegno. Hanno cercato di creare quello che secondo me è fondamentale, anche nel mondo del calcio. Creare una famiglia, un gruppo di lavoro, sinergie, credibilità, aggregazione. La Roma calcistica credo debba dire sempre grazie alla famiglia Sensi”.