Michele La Ginestra in E’ cosa è buona e giusta interpreta il ruolo di Don Michele. Lo spettacolo, in scena al Teatro Sistina, fino a domenica 19 maggio, affronta le problematiche del mondo giovanile. Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus.. “Mi ritrovo in un oratorio e vado a parlare coi ragazzi di varie esperienze: i fallimenti da bambino, il primo bacio a sedici anni, la voglia di affrontare la vita con decisione – ha spiegato La Ginestra, in riferimento alla trama dello spettacolo – voglio dare un messaggio che inviti all’ascolto. La problematica di oggi è che i social e l’innovazione tecnologica aiutano, da una parte, e isolano, dall’altra.”
Amicizie fittizie
Michele La Ginestra, in E’ cosa buona e giusta, ad un certo punto dello spettacolo dice di trovarsi a parlare d’amicizia “per venti minuti con un gruppo di persone che stanno là, e poi c’è una persona che si accorge che i presenti non sono amici suoi: stanno tutti piegati con la testa sul cellulare. I ragazzi devono imparare a stare insieme – ha sottolineato l’attore – sviluppare un progetto comune ti permette di capire che senza l’altro tu non vai da nessuna parte, il teatro ci insegna a confrontarci con gli altri.”
La bellezza interiore
E’ cosa buona e giusta “è un inno della bellezza. Don Michele invita tutti a cercare la bellezza. Noi siamo opere d’arte. Dobbiamo imparare a togliere il superfluo, e ricercare la nostra bellezza interiore; dobbiamo interagire con gli altri, altrimenti non andiamo da nessuna parte – ha aggiunto Michele La Ginestra – ognuno deve aiutare l’altro a sognare.”
Riferendosi ai giovani, invece, ha detto: “Bisogna cercare modelli positivi, ci sono, bisogna seguirli. Noi genitori dobbiamo starli a sentire, dovremmo fare i genitori e i figli vedrebbero in noi un modello positivo. In politica non ci sono riferimenti stabili, quelli che ti viene da dire Ammazza che persona illuminata?”