Roberta Della Casa, presidente del IV Municipio di Roma, è intervenuto a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, per parlare delle tensioni a Casal Bruciato, periferia est della capitale, per l’assegnazione di una casa popolare a una famiglia Roma.
La posizione del Campidoglio rispetto alle precedenti proteste anti rom
“Nella precedente assegnazione della casa popolare alla famiglia rom in via Facchinetti, sempre a Casal Bruciato, a fare marcia indietro non è stato il Comune. Abbiamo capito la paura della famiglia, la volontà del nucleo di allontanarsi. In questo caso la posizione è diversa perché la famiglia vuole stare nell’alloggio che legittimamente gli è stato assegnato. Rispetto a questa volontà noi Istituzioni siamo tenuti a garantire il diritto”.
Sulla famiglia rom assegnataria della casa popolare
“La famiglia è frastornata, spaventata dal clima di terrore che sta assediando l’intero quartiere. I componenti sono consapevoli di avere un’opportunità, non solo per la loro persona ma anche per tutte le altre famiglie che sono in graduatoria e attendono l’assegnazione della casa popolare. E’ una battaglia che dobbiamo portare avanti insieme, far riconoscere i diritti a chi li ha e farli rispettare, senza farsi prendere in ostaggio da soggetti violenti”.
Sulle proteste“Il fatto grave che va condannato non è l’assegnazione di una casa a una famiglia rom ma tutto quello che sta accadendo lì. Sono le proteste di persone violente che hanno attaccato pesantemente questa famiglia e le autorità che sono passate in questi giorni, soprattutto le donne. Questo è inaccettabile! Ci aspettavamo le proteste, soprattutto in un momento di campagna elettorale come questo in cui la visibilità per qualcuno è propedeutica al voto. Sono, comunque, scesi in piazza anche dei movimenti che sono a favore dei diritti, ci sono più voci politiche che si stano scontrando in quel territorio”.
Sugli abitanti di Casal Bruciato
“Ci tengo a dire che Casal Bruciato è un territorio sano, il IV Municipio è fatto di persone perbene, sono pochissime persone che fanno molto più rumore di quelle che sono in casa e credono ancora nei valori. La cittadinanza quella sana ha ovviamente dei proprio pensieri, qualcuno ha delle preoccupazione, è normale, comprensibile. A queste persone stiamo spiegando quello che sta succedendo. Ieri con la Sindaca abbiamo parlato con alcuni condomini che avevano sì delle preoccupazioni ma che erano disponibili al dialogo. Queste persone sono andate a stringere la mano ai nuovi vicini. C’è una sostanziale differenza tra chi urla in piazza e chi viene a parlare educatamente per ricevere spiegazioni”.
L’assegnazione delle case popolari ai rom e i viti al M5S
“Noi non lavoriamo per ottenere consenso, a differenza della vecchia politica. Noi stiamo ripristinando la legalità. Noi non stiamo assegnando case ai rom, stiamo assegnando alloggi popolari e solo un 10% di queste ultime 800/1000 assegnazioni ha riguardato famiglie di etnie diverse, questo significa che stiamo rispettando i diritti di tutti. L’amministrazione sta lavorando nel verso giusto, sta facendo scorrere le graduatorie ferme da anni. Siamo pronti ad affrontare una perdita di consensi in favore del miglioramento della città”.
Sul bando per l’assegnazione della case popolari a Roma
“Stiamo lavorando per migliorare il bando e far in modo che i diritti vengano estesi a più categorie, vogliamo dare più risposte, non tutelare una categoria o un’altra”.
Sulla posizione del M5S nazionale
“Non credo che ci sia ostilità da parte del Movimento. Ho visto messaggi di solidarietà e di condanna alle forme di violenze da parte dei nostri esponenti al parlamento, anche a livello europeo. Non credo che ci siano correnti contrarie. Il nostro vice premier ha espresso solidarietà alla Sindaca. C’è stato un malinteso nelle ore precedenti. Credo che questa in particolare sia una competenza di Roma Capitale. Un onore e un onere dare casa a chi ne ha bisogno, stiamo facendo rispettare la legalità e credo che sia una battaglia propria del M5S. Non abbiamo portato i pasticcini a una famiglia rom perché è rom, abbiamo voluto dimostrare la presenza delle Istituzioni nel difendere i diritti, lontano dalle strumentalizzazioni, Roma c’è con chi ha bisogno”.