Violenza di genere: il 9 maggio, alle 15.00, presso l’Aula Magna dell’Università Niccolò Cusano si terrà il terzo appuntamento, di un ciclo di incontri d’Ateneo, sul tema. Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con Maria Paola Pagnini resposanbile Area Didattica dell’Università Niccolò Cusano.
Il silenzio colpevole
“Donne uccise, bambini uccisi, giovani assassinati: quante storie difficili leggiamo, e non è possibile restare indifferenti – ha osservato la professoressa Pagnini – la violenza in famiglia è una costante, dai giornali vengono fuori notizie di donne picchiate che non denunciano, per paura che i bambini gli vengano sottratti, ma il silenzio di oggi è un silenzio colpevole.”
Violenza di genere: attraverso una buona educazione è possibile arginare e contrastare il fenomeno. “Le bambine maltrattate tendono ad essere donne, e mogli, maltrattate. Il problema più grave è che si mantiene una specie di congiura del silenzio, in queste circostanze, che può portare a violenze sempre peggiori – ha spiegato Pagnini – quali le difficoltà che si incontrano a denunciare, ed essere difese? I bambini maltrattati possono essere ascoltati? La normativa è sufficiente? Queste le domande a cui risponderemo durante il convegno di domani, aperto a tutti gli studenti, ai dottorandi dell’università e agli esterni interessati.”
Obiettivi
L’obiettivo del convegno è quello di “liberare la possibilità di denunciare, riferire, dire ai genitori sono oggetto di bullismo. E’ incredibile il silenzio complice degli amici, a scuola – ha aggiunto la responsabile – una donna va trattata coi petali delle rose, è necessario un rapporto più paritario tra i sessi, la prevaricazione fa parte di un maschilismo, e di un retaggio comportamentale, passato.”
Violenza: la più subdola è quella che viene perpetrata negli ambienti di lavoro. “La gente ha bisogno di guadagnare e lavorare – si è congedata la professoressa Pagnini – il cambiamento culturale dovrebbe esserci a partire dalle scuole, nelle famiglie, nella legislazione, nella politica. Col #MeToo sono venuti fuori dei problemi che non erano mai stati toccati.”