Donne vittime di reati, si contano 120 omicidi nell’ultimo anno, 92 in ambito familiare: questa è la fotografia scattata dal Censis circa la condizione femminile, in Italia. Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus con Anna Italia, che ha affermato: “Molti dei reati contro le donne sono compiuti in ambito familiare. Le donne uccise sono il 30% del totale. Si tratta di omicidi, questi avvengono soprattutto in ambito familiare, a causa del coniuge, dell’ex o del convivente. E’ eccessivo dire che niente è cambiato, rispetto al passato si denuncia di più.”

La difficoltà ad intervenire da parte delle forze dell’ordine

Donne: alle denunce non sempre fa seguito un aiuto concreto, ” si interviene tardi, o non c’è possibilità di intervenire, come spesso succede per altri reati – ha osservato la ricercatrice – c’è una difficoltà oggettiva da parte delle forze dell’ordine ad essere d’aiuto.” 

I figli non possiamo permetterceli

Tuttavia, la situazione lavorativa femminile e la percezione delle donne non è delle migliori. “Le vittime si sentono brutte, grasse, non lavorano, tra quelle di mezza età e che hanno figli da crescere e accudire è diffuso il part time, ma spesso è involontario – ha sottolineato Anna Italia – quanto ad assistenza alle donne, siamo indietro rispetto agli altri paesi d’Europa, non facciamo figli perché non ce lo possiamo permettere, sia da un punto di vista economico che sociale.” 

Le cause del disagio in cui le donne si trovano sono culturali, e del sistema. “Non so se si può parlare di misoginia – si è congedata l’esperta – viviamo più degli uomini, dovremmo farci valere di più ed essere convinte che si possono fare delle cose. Chiuderemo il progetto Respect con una mostra a novembre, che si chiama ‘Un mondo senza donne’, per dimostrare come sarebbe il mondo senza. Vogliamo evidenziare così il nostro valore nascosto, e poco conosciuto.”

 

 

Ascolta qui l’intervista integrale