Manduria: Antonio Stano, 66 anni, è stato messo alla berlina da una baby gang di otto ragazzi, di cui due maggiorenni, ed è morto ad un mese dalla denuncia che lui stesso ha sporto alle forze dell’ordine. Tutti sapevano: il paese, la famiglia, il vicinato. Nessuno è stato in grado di arginare il problema: debolezza o indifferenza?
Crimine a tutti gli effetti
Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia con Tonia Bardellino, sociologa e criminologa dell’Università Niccolò Cusano. “Se parliamo di bullismo banalizziamo, e neutralizziamo, un evento gravissimo che è giusto specificare e sottolineare con le giuste parole: è un episodio criminale a tutti gli effetti – ha spiegato Bardellino – siamo in presenza di reati gravissimi, a cui il povero pensionato è stato sottoposto. Per questo dobbiamo parlare di criminalità.”
Familismo amorale
Manduria: se tutti sapevano, per quale motivo Stano non è stato difeso, né aiutato? La criminologa Tonia Bardellino parla di “familismo amorale, cioè quando la collettività cosciente, consapevole, non denuncia, né migliora una determinata situazione – ha sottolineato l’esperta – i genitori si sono espressi nei termini che conosciamo per normalizzare, e sminuire, l’accaduto.”
L’episodio esprime la condizione di insicurezza e mancanza di empatia in cui viviamo: non aiutiamo gli altri per incapacità, paura, o perché siamo troppo concentrati su noi stessi? “Dovremmo sentirci protetti da una società e da un’istituzione garante del nostro bene collettivo, parlerei di disimpegno morale, comodo, e funzionale a una tranquillità individuale e collettiva che si è innescata in un quadro sociale e relazionale borderline e insano, come questo – si è congedata la sociologa Bardellino – i conoscenti di Stano hanno preferito mantenere un equilibrio distorto, conveniva fare così. L’incapacità è sempre degli adulti, i ragazzi vedono e seguono l’esempio dei grandi. Una realtà sociale che non mette in atto spazi alternativi lascia questi ragazzi alla strada.”