Marzio Favero, sindaco leghista di Montebelluna in provincia di Treviso interviene a Un Giorno da Ascoltare per parlare della ricorrenza del 25 aprile.

Sul 25 aprile

“Mi sembra che stia funzionando più l’elemento del se ho cantato Bella ciao che non le cose che ho detto nell’ambito di varie interviste. Fin dall’inizio ho detto che la canzone l’avrei fatta intonare dalla banda della mia città che funziona benissimo anziché cantarla io che sono terribilmente stonato e chi avesse voluto l’avrebbe potuta tranquillamente cantare. Io sento moltissimo il 25 aprile perché qui nel nostro territorio sono accaduti episodi gravissimi nella storia che hanno profondamente turbato migliaia di famiglie: nel settembre del 1944 ci furono dei rastrellamenti sul Monte Grappa vicino a Montebelluna in cui furono trucidati dieci innocenti rastrellati dalle SS, quindi da noi c’è anche una trasmissione intergenerazionale, una ferita ancora aperta e una memoria storica che non intendiamo spegnere. Molto spesso ci dimentichiamo di chi ha lottato e sofferto per lottare contro la tirannide : capisco la reazione di Salvini anche se non era la reazione giusta però c’è da dire che c’è anche una parte della sinistra che cerca di monopolizzare la memoria resistenziale quando in realtà la resistenza fu combattuta da gruppi differenti fra loro e fu proprio questa pluralità di pensiero che permise la nascita della democrazia che si basa su due elementi: il primo è il rispetto dell’altro anche se ha idee diverse dalle tue, la seconda è la scelta di una razionalità politica fondata sul dialogo. Sta di fatto che Matteo Salvini non mi ha rimproverato e neppure gli esponenti del mio partito anzi: il giorno dopo il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha pronunciato parole simili alle mie.

E’ Importante chiarire che, al di la degli stereotipi, la realtà è che la maggioranza della popolazione sente ancora il 25 aprile come una ricorrenza commemorativa indispensabile per mantenere viva la memoria negli anni, tra l’altro a Montebelluna anno dopo anno la presenza di persone che assiste alla nostra commemorazione cresce in maniera esponenziale insieme a tanti esponenti politici di tutti i colori, anche questo è un bel segnale!

Sul caso Siri

“Penso che prima di esprimere condanne bisogna far lavorare i giudici. Se la politica imparasse a stare in silenzio quando lavorano i giudici probabilmente avremo una situazione migliore. Non penso che si possano costruire opportunità politiche con la dimissioni di qualcuno che è indagato ma ancora non condannato visto che c’è la possibilità che sia anche innocente e quindi mi domando come si faccia a procedere con condanne preventive: la vicenda di Tangentopoli non ci ha insegnato nulla! C’erano delle pecore nere ma buona parte di politici non aveva colpe…”

Su Luigi Di Maio

“Mi pare che senta sempre più il bisogno di contrapporsi alla Lega per cercare di dire che è un’identità: non è così che si fa politica. La politica si fa per via affermativa ovvero cercando di far capire che cosa si intende fare e non per contrapposizione con gli avversari. Sulla questione Siri bisognerebbe avere quel minimo di rispetto umano che dovremmo avere con tutti ed aspettare che siano i giudici a fare il loro lavoro.”