Leo Gullotta, straordinario talento del cinema e del teatro italiano, sarà al Teatro Arcobaleno per tre giorni consecutivi, dal 26 al 28 aprile, con Minnazza – Miti e pagine dalla Sicilia, uno spettacolo di Fabio Grossi, tratto da Giovanni Meli, Tommasi di Lampedusa, Luigi Pirandello, Andrea Camilleri e altri.
Lo spettacolo è probabilmente un ritorno ai ricordi d’infanzia, alle origini, ad un territorio mai dimenticato.
“Minnazza vuol dire grande seno, tutto parte da una statuetta del paleolitico di 11 cm – così Leo Gullotta ha spiegato la performance a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – bisogna tornare al concetto di fertilità, riprendersi la terra, riflettere. Queste tre serate, questo percorso che faccio tra le pagine più importanti della letteratura siciliana, e di ricordi personali, è un modo per riprendersi i pensieri, riprendere noi stessi.”
Non sono mancati riferimenti alla situazione attuale, durante l’intervista. “Siamo attorniati da cinismo, paura, problemi – ha aggiunto il celebre imitatore – la donna e l’evoluzione che la donna ha avuto è stata molto importante e sempre costruttiva.”
Minnazza, viene rappresentato su una sorta di “terrazza siciliana, quella che si frequenta con gli amici – ha sottolineato Leo Gullotta – in terrazza parlo dei miei racconti, della mia infanzia, è un modo per riprendersi la nostra Italia, il contemporaneo.”
La carriera e gli anni ’50
Leo Gullotta, poliedrico artista, è nato e cresciuto in un periodo florido per l’Italia, e per talenti audaci come il suo. Ha accumulato “54 anni di carriera e 73 di età, avuto l’opportunità di incontrare persone note e meno note. Ognuno di loro mi ha aiutato a crescere – si è congedato così l’attore siciliano – la mia infanzia, vissuta durante gli anni ’50, è stato un momento di ricostruzione per l’Italia: tutti lavoravano, non c’erano muri, non c’era differenza tra chi viveva all’attico e chi al piano sotto. La curiosità mi ha aiutato a crescere, bisogna rimanere curiosi.”