Corrado Barazzutti a Radio Cusano Campus: “Fognini ha saputo ripristinare il…Tennis…di Fabio!”
Ha parlato uno degli esponenti di punta, nella storia delle Racchette d’Italia: vincente sia in campo che dalla panchina
Corrado Barazzutti non è una figura sconosciuta, per i tanti appassionati di Tennis, italiani ed esteri. Lui c’era, nell’unica occasione in cui l’Italia ha portato a casa, dal Cile sofferente per la dittatura di Pinochet, l’insalatiera simbolo del primato mondiale a squadre. Il grande esponente della racchetta nato a Udine ha conquistato 4 Fed Cup, con le donne del Tennis d’Italia. Non è stato “solo” l’alter ego di Adriano Panatta e il suo grande compagno azzurro. E’ una figura di primissimo piano, con Nicola Pietrangeli. Una ristrettissima élite destinata a rimanere nella storia assoluta, dei campi in terra battuta come del Tennis a trecentosessanta gradi.
E l’attuale Capitano-non Giocatore (in pratica C.T.) della squadra nazionale italiana è intervenuto nella trasmissione quotidiana dell’emittente marconiana dell’Università Niccolò Cusano, Radio Cusano Campus, e ha espresso la contentezza e i suoi pensieri sul successo di Fabio Fognini al Torneo di Montecarlo.
Da tecnico le sono piaciute più le vittorie in rimonta, contro Coric e Rublev, o quella “pulitissima”, con Nadal?
“Quelle in recupero sono quelle che mi sono piaciute di meno. Ha avuto dei vuoti, nel suo tennis; ad esempio con Rublev ha iniziato molto male. Non riusciva ad entrare nella partita, e l’ha ripresa per i capelli, ed a volte non è riuscito a farlo. Contro Coric era 6-3 e 2-0 sotto. Non ha iniziato esprimendosi nel modo migliore. Nelle altre gare è stato continuo, dall’inizio alla fine. Ha mantenuto sempre il controllo, conducendo la partita in maniera ordinata. Queste sono le partite migliori: le altre sono state grandi prove di carattere, ma con momenti altalenanti. Non sempre si recuperano, queste gare, è meglio non rischiare!”.
Come è stato pianificare le gare, un giorno dopo l’altro?
“A Marrakech, dove non aveva giocato male, anche lì, però, ha recuperato di sfuggita, verso la fine. Bisognava trovare più continuità di gioco. E Fognini ha saputo ripristinare il…Tennis…di Fabio. Variazioni di velocità e una certa continuità, senza avere dei buchi. Ogni partita cercavamo sempre di più di ottenere questo rendimento, e l’ho fatto avvicinare al campo; all’inizio giocava troppo dietro. La gestione è stata di mantenere il controllo, di giocare partita dopo partita, senza pensare che si fosse superato un turno. Pensando a noi stessi, pensare a quello che lui fa meglio”.
Aggiungeremmo la lettura del vento, che invece nel match contro Zverev, ha fatto impazzire il giovane tedesco…
“Diciamo che quando si gioca bene, tutto funziona. Un ottimo navigatore, nella circostanza!”.
A breve vivremo questo nuovo format, della Davis, che ci mette contro Canada e Stati Uniti, in Spagna. Previsioni?
“Abbiamo un girone molto difficile, forse il più duro di tutti. Il Canada ha Raonic, molto forte nei campi veloci. Poi ha giovani, come Auger-Aliassime e Shapovalov. Da qui a novembre chissà dove potranno essere: sono potenzialmente fortissimi. Anche gli Stati Uniti, con Isner, Tiafoe, o i due Bryan nel doppio. Siamo penalizzati dalla superficie, perché i nostri giocatori rendono più sulla terra. Le finali si giocano sempre su campi duri”.
Musetti, Cobolli, Sinner, i nostri giovani. Li sta seguendo?
“Sì, questi sono i giovanissimi. Abbiamo i Berrettini, i Sonego. Un bel gruppo di giovani, che stanno facendo molto bene. Futuro buono, nel tennis maschile, almeno…”. Come sempre Corrado Barazzutti è il realismo fatto persona e condottiero. Di un Tennis che ha un dovere. Continuare, il percorso di crescita. Non solo con i numeri.
Il testo è stato raccolto dal radiocronista sportivo Giulio Dionisi
(Si ringrazia www.sportface.it per la foto di Corrado Barazzutti)