Gilardi: “A casa anche se fanno 50 punti, se non impiegabili in azzurro”

Il selezionatore del Lazio Under 14, 2° dietro al Veneto, al Torneo delle Regioni, punta il dito

contro chi mira al successo a tutti i costi: “C’è chi preferisce raccontare di aver vinto il Torneo delle Regioni…”

 

Al Torneo delle Regioni i ragazzi e le ragazze del Lazio sono arrivati/e secondi/e. Un segnale molto importante: significa che al pari passo dei numeri c’è qualità. Ne parliamo con un signore che ha giocato 160 volte in azzurro conquistando un primo e un terzo posto in Europa, e un argento olimpico, in precedenza, a Mosca, nel 1980, Enrico Gilardi.

“Mi scuso per la voce, che è un pegno da pagare, per sostenere i ragazzi in questa esperienza. La voce è un sostegno importante, per stimolare dal campo. Quest’anno è capitato, almeno con grande soddisfazione, con un risultato che può essere visto come delusione; ma che per noi è stato comunque un grande risultato, visto che è stato ottenuto sia con il maschile che con il femminile”.

C’è sostanza, nella nostra regione, allora? Non sono casi sporadici, quelli di vedere Matteo Tambone, in Serie A, a Varese…

“Questa possibilità c’è. Non voglio essere disfattista: il problema è che nella nostra realtà i giocatori non sono pronti, come avviene in altre regioni, nella prima fase giovanile. Magari escono dopo, non come in Emilia, Veneto, Lombardia o Toscana. Lì anche a 14 anni si trovano elementi con coscienza di tecnica da applicare ed atteggiamento di lettura, di come stare in campo. Dopo 5 giorni in cui i giovani sono in questo contesto, vedi sempre delle grosse risposte. Non stiamo proponendo loro di essere professionisti a 14 anni, ma se mostri attitudine, passione, non puoi non avere poi un’ambizione per il futuro”.

Che rassegna è stata?

“Un torneo di categoria nazionale, non sono i Giochi della Gioventù. Il livello medio migliorerà e ogni anno cresce sempre più l’interesse. Per chi deve selezionare il lavoro passa dal verificare il valore di 120 ragazzi, per poi arrivare a 12: non è semplice”, dice l’ex cannoniere del BancoRoma d’Oro in Italia, in Europa e nel Mondo.

Anche Bianchini perdeva la voce così?

“No. Il mio riferimento, da questo punto di vista, era Giancarlo Asteo. La sua verve e il raccontare la partita, anche in maniera molto colorita”!

Nel gruppo del BancoRoma Polesello si è cimentato come dirigente, te, Sbarra e Castellano in campo. Come è complicato, gestire ragazzini di 14 anni?

“Ho la fortuna di avere ragazzi selezionati dopo qualche mese, sia a livello tecnico, che di atteggiamento. Già vediamo, chi mostra attitudine, a livello più sostanziale”.

Il gesto più bello del Torneo delle Regioni è stato quello di Sacchetti: racconta a chi non l’ha visto su internet che cosa ha fatto insieme a te, in panchina, a due minuti dal termine della partita per il primo posto…

“L’andamento della finale è stato troppo scontato, a favore del Veneto. Ha visto i ragazzi emotivamente coinvolti, con le lacrime. Io ho visto una finale persa per un secondo, e per varie circostanze. Ieri c’era il rischio di sentirsi “umiliati”, per non aver avuto un confronto, nonostante il grande percorso. La semifinale ci sembrava facile, perché noi l’abbiamo resa così, e non perché gli altri fossero scarsi. Vista anche l’amicizia che mi lega a Sacchetti, Meo li ha rincuorati, raccontando la storia che l’insuccesso possa portare comunque alle Olimpiadi, come è successo a lui”.

Poi, però, Gilardi parla chiaro, come ha sempre fatto, da quando era ragazzo, con una dose di ammirevole e, perché no?, invidiabile sincerità; e spiega bene ciò che di strano (e storto) andrà modificato, nelle prossime edizioni della federalrassegna.

“Io vivo una polemica da anni, per questo. Se si autorizza a partecipare al Torneo delle Regioni anche ai ragazzi stranieri, che non giocheranno mai, in Nazionale, reputo sia una cosa sbagliata. Due ragazzi di 2 metri e 10 del Mali, contro ragazzini di 1,70 o 1,80. Avrebbero vinto, probabilmente, lo stesso. Io parlo di questo, non perché sto rosicando, come si dice a Roma. Da anni, io non porto ragazzi stranieri, bravi, che facevano anche 50 punti, ma erano tesserati come stranieri, perché non avrebbero preso parte, all’attività delle squadre azzurre”.

Così non serve né a loro né alla squadra di appartenenza, né agli avversari…

Gilardi una volta di più va in penetrazione, e segna: “Serve solo a qualche presidente che può dire di aver vinto un Torneo delle Regioni. Noi – come Lazio – ne abbiamo persi alcuni, con giocatori validi a casa. Questa è la mia linea politica, di coerenza, da quando collaboravo con il precedente presidente della nostra regione, fino a oggi, con Martini: e sono sempre stati entrambi d’accordo. Anche la Lombardia, l’anno scorso, ne aveva un paio. Posso capire la Sicilia, perché lì il giocatore straniero fa la differenza, ma non in regioni che hanno numeri importanti quali il Veneto”.

I ragazzi cosa hanno detto, sul gesto, sulla frase di Sacchetti?

“A poche ore dall’accaduto già si erano resi conto di essere protagonisti, dell’evento mediatico, tramite i social. A parte l’umanità, già si capiva che la notizia era passata, con l’importanza di quel gesto”.

L’intervista è stata raccolta dal radiocronista sportivo Giulio Dionisi