Renata Polverini, deputata di Forza Italia ed ex presidente della Regione Lazio, ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Nel 2010 facemmo il patto della pajata con Bossi perché la Lega non voleva neanche riconoscere Roma come capitale. Con Salvini le cose sono cambiate anche se non dimentichiamo quello che diceva su Roma ladrona. Non bastano maggiori risorse per Roma, servono poteri speciali. Va detto che anche se arrivasse un supereroe ci vorrebbero anni per ripristinare la città dopo quello che stanno combinando i 5 Stelle. Dibattito in Forza Italia? E’ cresciuta una classe dirigente all’ombra di Berlusconi che è capace di ragionare e che oggi vorrebbe costruire insieme a Berlusconi il futuro del partito. Toti è un po’ di tempo che continua a dire che non vuole uscire da Forza Italia, ma la bombarda quotidianamente e questo non va bene. Mara Carfagna ha fatto la cosa giusta, mettendo a disposizione la sua candidatura. Penso che sia stato un atto di autolesionismo escluderla. Berlusconi come Francesco Totti? Sicuramente è così. Piuttosto che cercare l’erede di Berlusconi, che non ci sarà, forse noi avremmo dovuto interpretare il berlusconismo come fecero i francesi con De Gaulle, finora non siamo stati capaci ma siamo ancora in tempo. Regione Lazio? Giudico male la gestione di Zingaretti. In 6 anni non è riuscito ad uscire dal piano di rientro, quindi c’è qualcosa che non va. Io sono stata inseguita anche dalla stampa quando mi sono occupata personalmente e con grande coraggio della sanità, oggi se vai in un ospedale ci sono situazioni sconvolgenti ma nessuno dice più niente”

Sul patto della pajata tra Bossi e Alemanno a Roma nel 2010

 “A quell’epoca ero Presidente della Regione –ha affermato Polverini-. C’era una Lega che aveva delle caratteristiche molto diverse da quelle di Salvini, che ha deciso di investire non solo sulla parte settentrionale del Paese. Certo, quello che è stato detto per anni su Roma ladrona e sulle persone del sud Italia ce lo ricordiamo tutti. Le condizioni però cambiano, oggi ci troviamo di fronte ad una Roma sostanzialmente distrutta e vedo che l’atteggiamento della Lega sta cambiando. La Lega ha ottimi amministratori, dove governiamo con la coalizione di centrodestra le città sono sicuramente in una condizione migliore di Roma. Avevamo fatto ricorso al famoso patto della pajata per cercare di ritrovare quegli equilibri che al governo non c’erano più. Io e Alemanno eravamo soli a chiedere più poteri per Roma, mentre il governo era più orientato sul nord Italia. Così facemmo quel patto dove loro portarono la polenta e noi la pajata. Roma ha bisogno dello status speciale di capitale come accade nelle principali capitali europee. L’iniziativa di Alemanno per Roma Capitale fu molto forte, che però trovò l’ostacolo della Lega che non voleva dare a Roma nemmeno il riconoscimento di capitale. Non bastano maggiori risorse, servono poteri speciali. Va detto, che anche se arrivasse un supereroe ci vorrebbero anni per ripristinare la città dopo quello che stanno combinando i 5 Stelle”.

Su Forza Italia

 “E’ cresciuta una classe dirigente all’ombra di Berlusconi che è capace di ragionare e che oggi vorrebbe costruire insieme a Berlusconi il futuro del partito. C’è una discussione sulla democrazia interna al partito. Tant’è che per la prima volta nella storia del partito si stanno celebrando congressi. Bisogna individuare una classe dirigente che possa essere riconosciuta da tutti. Toti è un po’ di tempo che continua a dire che non vuole uscire da Forza Italia, ma la bombarda quotidianamente e questo non va bene. Si dibatte all’interno, bisogna evitare di andare a parlare di Forza Italia in casa degli altri. Toti non ha partecipato all’assemblea di Forza Italia, ma è andato a quella di Fratelli d’Italia. Mara Carfagna ha fatto la cosa giusta, mettendo a disposizione la sua candidatura. Penso che sia stato un atto di autolesionismo escluderla, lei è un volto importante, una persona competente e capace, molto trasversale. Vado molto d’accordo con lei, perché avendo un passato nel sindacato e avendo una mia idea di diritti mi trovo molto più in  sintonia con lei che con molti colleghi che invece sui diritti anziché guardare ai valori liberali guardano con un occhio sempre più a destra. Berlusconi come Francesco Totti? Sicuramente è così. Piuttosto che cercare l’erede di Berlusconi, che non ci sarà, forse noi avremmo dovuto interpretare il berlusconismo come fecero i francesi con De Gaulle, che riuscirono a portare avanti quella politica anche dopo De Gaulle. Finora non siamo stati capaci ma siamo ancora in tempo”.

Sul reddito di cittadinanza

“E’ sbagliato perché, per i requisiti inseriti, non arriverà ai poveri veri. Si poteva lasciare il Rei, magari con risorse aggiuntive. Non mi piace quest’idea che per cercare un lavoro tu coinvolgi tutta la famiglia in un circuito molto spesso incomprensibile per i più. Penso, e i fatti purtroppo mi danno ragione, che non c’è quel meccanismo necessario per passare da disoccupato a occupato perché il sistema dei centri per l’impiego non ha fatto alcun passo in avanti, i navigator sono tutti da assumere e non si capisce concretamente cosa debbano fare. Magari nei primi mesi il reddito arriverà, poi ci saranno molti delusi e penso che il meccanismo per sbloccare il mercato del lavoro non sia realmente in grado di funzionare”.

Sulla sanità nella Regione Lazio

 “Giudico male la gestione di Zingaretti, gli avevamo lasciato 6 anni fa un bilancio che gli consentiva di uscire dal piano di rientro del debito. In 6 anni non è riuscito ad uscire dal piano di rientro, quindi c’è qualcosa che non va. Io sono stata inseguita anche dalla stampa quando mi sono occupata personalmente e con grande coraggio della sanità, oggi se vai in un ospedale ci sono situazioni sconvolgenti ma nessuno dice più niente. Purtroppo però i romani e gli abitanti del Lazio vivono questa situazione sulla loro pelle”.