Cristina Grancio, consigliera DemA al Comune di Roma, ex M5S, è intervenuta a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città”, condotta da Emanuela Valente, sulla delibera per annullare la dichiarazione di pubblico interesse sullo stadio della Roma Tor di Valle, promossa da lei e da Stefano Fassina, consigliere di Sinistra per Roma. E’ cominciato l’iter in Campidoglio, saranno cinque le commissione capitoline che valuteranno la richiesta di Grancio e Fassina, prima che venga poi discussa e votata in Aula Giulio Cesare. In Commissione Sport il voto è stato rinviato.
Perché il parere dell’Avvocatura Capitolina fu secretato
“Prima di accordarsi con la Roma nel febbraio del 2017, facemmo una riunione di maggioranza, eravamo quasi tutti presenti. La sindaca Raggi ci chiese: ‘Se l’Avvocatura capitolina supporta la possibilità di andare in annullamento e di chiudere la fase dello stadio della Roma a Tor di Valle siete tutti d’accordo per procedere?’. Ci fu un sì unanime. Partì la richiesta all’Avvocatura ma la risposta non arrivò, o probabilmente arrivò prima alla Sindaca. Nel frattempo si fece l’accordo con la Roma, lasciandoci a tutti a bocca aperta. Fu una scelta calata dall’alto. Mi ricordo noi consiglieri Cinquestelle seduti attorno a un tavolo con un grillo che telefonicamente ci fece i complimenti per l’accordo. Ma quale accordo?! Ma come? Avevamo detto tutti sì all’annullamento se l’Avvocatura ci avesse dato delle illegittimità da perseguire per annullare e invece? Credo che il parere sia stato secretato perché non si potesse far uscire. Altrimenti come si poteva giustificare il cambio di rotta sullo stadio?”.
Annullamento del pubblico interesse e conseguenze
“L’annullamento è previsto per delle illegittimità presenti nel testo degli atti che sono definiti autorizzatori. Siccome l’Avvocatura aveva rilevato delle anomalie sulla legittimità di questi atti allora l’annullamento era percorribile. E’ inevitabile che la Roma impugni il provvedimento, lo dice lo stessa Avvocatura. Occorre che nel provvedimento ci siano situazioni dichiarate di illegittimità e non fantasie, affinché quel provvedimento possa restirere a un’impugnazione della società. Nella delibera non ho messo qualcosa che Grancio e Fassina si sono inventati. Sono delle illegittimità riscontrate dall’Avvocatura e quindi mi sento di portare avanti questa delibera”.
Sui tifosi della Roma
“Sono convinta che la legge sugli stadi non sia nata per facilitare la realizzazione degli stadi ma per creare città con la scusa dello stadio. Questo è stato il primo danno. Ai romanisti dico non fatevi prendere in giro, lo stadio non sarà della Roma ma una società di cartolarizzazione con sede in Delaware (Usa) paradiso fiscale di cui nulla si sa. Anche questa è una delle illegittimità. La legge sugli stadi non è stata fatta perché la proprietaria dello stadio debba essere una società di cartolarizzazione, la proprietaria deve essere la Roma che invece diventa l’affittuaria Tutte queste situazioni dovrebbe far riflettere il tifoso romanista. Lo stadio è stato è stato strumentalizzato.
Lo scopo della delibera di annullamento di dichiarazione di pubblico interesse
“Dare uno stop definitivo a questo scempio a Tor di Valle e dare la possibilità all’Amministrazione capitolina di scegliere un’altra area, anche propria. E non bisogna per forza utilizzare la legge sugli stadio.
Sul progetto dello stadio della Roma
“In Itali sono stati realizzati altri stadi, penso a quello della Juve. Le altre Amministrazioni non hanno impiegato anni per costruire lo stadio, perché hanno voluto realizzare lo stadio o poco più dello stadio. Quel contorno che serviva a sostenere la società sportiva. A Roma si vuole realizzare una città, perché? Non perché serve allo stadio ma perché serviva a Parnasi per per pagare i debiti con Unicredit. E’ possibile che una città si debba sobbarcare la cattiva capacità imprenditoriale di un costruttore? Io direi di no. Non ci fosse stata questa la situazione i romanisti il loro stadio lo avrebbero già avuto”.