All’Università Niccolò Cusano, l’etica e la Corporate Social Responsibility camminano l’una a fianco dell’altra… perchè il diritto alla salute è un dovere solidale. 

A dimostrarlo sono i fatti più che le parole. L’Ateneo di Roma, da inizio anno, finanzia ben 20 borse di studio per la formazione dei Clinical Officer per il Maridi Health Science Institute (MHSI), unico istituto in tutto il Paese che forma personale medico qualificato in grado di rispondere ai bisogni della popolazione.

Abbiamo intervistato Giulia Bussotti, High Value Donors Department di Amref Health Africa Onlus, per saperne di più sul progetto.

Unicusano sostiene Amref: intervista a Giulia Bussotti

Ciao Giulia, fino ad oggi sono stati formati più di 800 Clinical Officer, di cui il 98% è rimasto a lavorare in Sud Sudan. Perché la necessità di aumentare il numero degli operatori sanitari in Sud Sudan è così forte?

Il Sud Sudan è il più giovane Stato del mondo, la cui indipendenza è stata formalizzata ufficialmente il 9 luglio del 2011, dopo 22 anni di conflitti con la parte Nord del Paese che hanno causato 2 milioni di morti e 3 milioni di profughi. Il neonato stato africano, alla sua fondazione, era caratterizzato dalla quasi totale assenza di servizi di base (strade, scuole, ospedali, acquedotti e fognature) e da una estrema povertà. Poi dopo solo un paio d’anni dall’indipendenza gli scontri sono ricominciati, per interessi economici e di potere tra le due principali etnie che governano il territorio, questo significa che la popolazione sud sudanese vive in uno stato di guerra e distruzione da quasi 30 anni, che ha portato al collasso socio-economico del Paese.
Gli indicatori sanitari sono i peggiori a livello globale, con un tasso di mortalità materna e infantile altissimo; questo perché le poche strutture sanitarie ancora attive sono fatiscenti e sprovviste di attrezzature medico chirurgiche e di personale specializzato.
Se si considera che negli ultimi anni il governo del Sud Sudan ha assegnato meno del 2% del bilancio nazionale al ministero della Salute si capisce perché è così importante l’intervento di altri player, come le ONG, che in questo momento sostengono la maggior parte dei servizi sanitari offerti alla popolazione civile.
La necessità di aumentare il numero di personale sanitario qualificato, di clinical officer, di infermieri, ostetriche e medici è così forte perché il popolo sud sudanese è ferito, ha attraversato guerre, esodi e carestie per lunghissimo tempo e ha bisogno di cura.

Senza la cura, senza la salute, le persone non saranno mai libere di immaginare un futuro oltre l’immanenza, un futuro di sviluppo e opportunità in cui Amref crede fortemente.

Chi è e che compiti ha un Clinical Officer? E perché questa figura professionale ha un ruolo fondamentale in Sud Sudan?

I Clinical Officer sono in grado di trattare le malattie più diffuse, somministrare i vaccini, effettuare visite a domicilio, eseguire interventi chirurgici non complessi e monitorare i pazienti nel decorso postoperatorio. Sono capaci di svolgere tra il 70 e l’80% delle attività normalmente implementate da un medico negli ospedali e nei centri sanitari. Data la loro capillarità e numerosità rispetto ad altre figure mediche, i Clinical Officer sono generalmente riconosciuti dalla popolazione locale come “i medici del Sud Sudan”.
Sono inoltre preparati e qualificati nelle attività che riguardano la pianificazione familiare, l’assistenza alla maternità, la cura dell’infanzia, la cura dei programmi nutrizionali e la gestione dei programmi di educazione sanitaria nelle scuole.
Oggi sono impegnati a curare i bambini malnutriti e i corpi martoriati delle vittime degli scontri, camminano a fianco dei malati nella diaspora, raggiungono con mezzi di fortuna i villaggi in cui sono scoppiate epidemie di colera per portare assistenza medica salvavita, assistono le donne durante il parto.
La grave carenza di personale medico in Sud Sudan rende più che mai evidente la necessità di aumentare il numero di operatori sanitari che abbiano competenze di salute comunitaria e primaria e che siano in grado di rispondere ai bisogni reali delle persone. Per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e la loro qualità c’è bisogno di professionisti competenti come gli assistenti medici, gli infermieri, le ostetriche e i tecnici di laboratorio.

Quest’anno sono partite le classi di studio, finanziate da Unicusano, per formare i Clinical Officer, a tre mesi di distanza, come procedono gli studi? 

Le lezioni sono iniziate a febbraio 2019 e proseguono regolarmente. I ragazzi sono quindi al loro terzo mese di attività accademica e, durante il loro corso triennale, la formazione verterà sulle seguenti materie: medicina, chirurgia, pediatria, ostetricia e ginecologia, infermieristica e salute pubblica, biologia, metodi clinici, anatomia, fisiologia, pronto soccorso, nutrizione, sistemi di gestione e informazioni sulla salute, salute mentale, farmacia. Il compito ultimo è fornire il Basic Package of Health Care Services così come definito nella strategia generale del Ministero della Salute della Repubblica del Sud Sudan. Tra tre anni, saranno capaci di diagnosticare, curare, fare piccole operazioni chirurgiche e prendersi cura della promozione della salute nelle comunità.
A breve riceveremo un aggiornamento completo dai nostri colleghi sul campo sull’andamento delle lezioni, i risultati raggiunti in questi pochi mesi, gli studenti e la situazione attuale nell’area di Maridi e avremo modo di aggiornarvi con più dettagli.

Perché un’azienda dovrebbe seguire il buon esempio di Unicusano e scegliere di sostenere AMREF?

I dati lo dicono chiaramente: la Corporate Social Responsibility è sempre più una componente fondamentale delle attività delle aziende italiane, che ne fanno parte integrante e determinante delle proprie strategie.
Il settore del business ricopre poi un ruolo centrale ai fini dell’effettivo raggiungimento degli SDGs (Substainable Development Goals) per il 2030, in quanto driver principale dello sviluppo economico. Le imprese di tutto il mondo, di qualsiasi dimensione e settore produttivo, sono chiamate a dare un contribuito importante nell’era SDGs attraverso nuovi modelli di business responsabile, gli investimenti, l’innovazione, lo sviluppo tecnologico e l’attivazione di collaborazioni multi-stakeholder.

Nessun intervento risulterà mai sostenibile né realmente efficace se non sarà supportato da una conoscenza precisa del territorio e delle comunità che lo abitano. Amref rappresenta in questo senso il partner ideale di quelle aziende che intendono dare il proprio contributo allo sviluppo del continente africano. La relazione che lega Amref alle popolazioni locali ne fa l’interlocutore perfetto, capace di fornire soluzioni africane a problemi africani.

Le aziende possono altresì contare sull’esperienza maturata in 30 anni di lavoro in Italia, nella costruzione di campagne di comunicazione e marketing sociale orientate allo sviluppo di strategie di Corporate Social Responsability.

***Articolo a cura di Michela Crisci***