Il magistrato Giancarlo Caselli è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
In pochi giorni tre delitti gravissimi. A Napoli, nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, un raid criminale uccide Luigi Mignano mentre accompagna il nipotino a scuola; a Milano, “Enzino” Anghinelli, in sosta sulla sua auto ferma al semaforo, viene gravemente ferito alla testa da un killer che lo affianca con uno scooter; a Cagnano Varano (Foggia), due carabinieri vengono aggrediti per strada a colpi d’arma da fuoco: uno rimane ferito, l’altro ucciso (il maresciallo Vincenzo Di Gennaro). “La mafia è una questione nazionale, una questione democratica –ha affermato Caselli-. Quattro regioni italiane con una presenza fortissima iniziata un secolo fa e poi infiltrazioni in tutto il Paese. Sono infiltrazioni, collusione, complicità con pezzi del mondo che dovrebbe essere legale. Quindi una questione nazionale e democratica da non sottovalutare mai. Ci si concentra esclusivamente su un certo tipo di sicurezza, che ha sicuramente la sua importanza, ma non si deve sacrificare tutto sull’altare del problema dei migranti, i poveracci che scappano dalla guerra e dalla fame. La sicurezza ha ben altre declinazioni: il crimine organizzato, la mafia, il salario, il lavoro, perfino la sicurezza alimentare. La sequenza di fatti tra Napoli, Milano e Foggia deve farci riflettere. Non basta fare subito un post con la foto del signore arrestato nel foggiano, oltretutto commentando queste foto con la richiesta di condanna all’ergastolo, perché non c’è la pena di morte e dunque bisogna accontentarsi. Il problema è mettere la questione mafia al primo posto dell’agenda di tutti i partiti politici. Ci si può dividere su tutto, ma non ci si deve dividere sul contrasto della mafia, occorre compattezza e unità su questo altrimenti si va a perdere. Siamo tornati indietro di 30 anni, si è ripreso a sparare. E’ un segnale che la mafia, che a Milano aveva assunto le vesti della mafia 3.0, è tornata indietro ai vecchi costumi. Forse la politica non se ne occupa come dovrebbe perché è un tema che non porta voti. La mafia è un sistema cancerogeno che attacca il nostro sistema, cerca di penetrare ovunque ci siano flussi di denaro, anche avvelenando l’economia legale e creando danni incalcolabili per lo Stato”.
Salvini passerà il 25 aprile a Corleone. “Va bene andare a Corleone, andarci il 25 aprile però è divisivo. Forse non è nelle sue intenzioni, ma a me sembra divisivo. Non c’è dubbio che andare a Corleone sia importante, non lo fa nessuno, lui lo fa, ma poteva scegliere un altro giorno”.