Sono tante le novità di cui si parlerà quest’anno al Vinitaly. Dall’etichetta fatta di fieno che salva gli alberi al vino scomponibile, da quello invecchiato nelle acque del lago a quello che matura in miniera. Ma non solo perché si parlerà anche di tappi di zucchero e tappi che diventano gioielli. Occhio puntato anche all’agricoltura ecologica con uno sguardo ai vini bianchi e rossi ottenuti dai nuovi vitigni “green”.

Tante novità e soprattutto innovazione nella produzione di vino quest’anno al Vinitaly

Novità che verranno presentate a Casa Coldiretti al Vinitaly allo show room delle curiosità dalla vigna al bicchiere. La Cantina di Venosa (Potenza) ha ideato la prima etichetta fatta con il fieno coltivato in azienda invece che con la carta. Viene, invece, dalla Puglia, con la società vinicola “Otri del Salento” di San Pancrazio Salentino (Brindisi), l’innovativo vino scomponibile, mini bottiglie di vetro da 25 centilitri che, messe ad incastro una sull’altra, formano un’unica bottiglia con 3 tipologie di vino diverse. Ma c’è chi ha ideato forme di invecchiamento alternative alla classica cantina, per dare al vino valori organolettici e caratteristiche assolutamente unici.

Si tratta dell’azienda agricola Monte Due Torri di Genzano (Roma). Quest’ultima fa maturare per uno o due anni spumante e vino rosso sul fondo del lago di Nemi. Scelta adoperata anche dalla cantina Romanese, che fa riposare  lo spumante Lagorai sotto il lago ghiacciato di Levico. Duemila bottiglie che passano l’inverno chiuse in 4 gabbie d’acciaio a 20 metri di profondità.

Dal vino fatto riposare nei laghi alla conservazione nei vasi di terracotta

C’è anche chi ha guardato alla tradizione puntando su tradizioni antichissime. Si tratta di Francesco Gabriele Bafaro, che da giovane agricoltore-archeologo di Acri ha deciso di conservare il vino nelle anfore di terracotta. Per il suo archeo-vino Acroneo ha ricostruito il processo di vinificazione usato nel Bruzio, l’antica Enotria. E in anfore di terracotta da 800 litri, create dai mastri artigiani fiorentini, viene conservato all’Isola d’Elba anche il vino della Cantina Arrighi.

E’ possibile invece acquisire tutte le informazioni sui vini dell’azienda Madonna delle Macchie tramite un microchip inserito nelle bottiglie. Tramite app è possibile scoprire tutti i processi di realizzazione del vino. Dalla raccolta delle uve,  alle fasi di vinificazione, alla certificazione, imbottigliamento. Alberto Marsetti a Sondrio ha, invece, dotato il suo pregiato Sfursat della Valtellina di una carta d’identità digitale che racconta la storia e le peculiarità di ogni singola bottiglia. L’innovazione e’ anche green. Nel Bergamasco l’azienda agricola “Nove Lune” coltiva vitigni resistenti alle malattie che eliminano del tutto o quasi l’uso di trattamenti chiamati super-bio, da cui nasce un vino ancestrale, ottenuto da una antica tecnica di vinificazione.

 

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