L’On.Stefania Pezzopane, già Presidente della Provincia de L’Aquila dal 2004 al 2010 interviene ai nostri microfoni per fare il punto della situazione da quel terribile 6 aprile del 2009 che distrusse la città ad oggi.

Cosa è cambiato

“E’ cambiato molto, sono cambiate le nostre vite: quella data, quel momento, quei 23 secondi hanno cambiato la storia di ognuno di noi, la storia di un’intera città e forse anche dell’intera Italia che in quel momento viveva tutta un’altra fase e che si ritrovò a dover gestire con molta fatica e molti errori un’emergenza drammatica con 309 vite spezzate. Uno dei grandi problemi è quello della ricostruzione pubblica che è sempre rimasta nel regime ordinario tranne nella fase della primissima emergenza quando a Bertolaso che era sottosegretario quindi autore di norme per il Parlamento, Commissario, esecutore nonché capo della Protezione Civile, furono dati poteri eccezionali e quindi quando si dice che in quella fase tutto era veloce, ciò era motivato dal fatto che agiva in deroga; finito il commissariamento, gli enti locali sono rientrati in regime ordinario quindi con procedure di appalto che prevedono in primis di avere i soldi e i soldi per la ricostruzione pubblica sono arrivati con il Governo Renzi, poi gli appalti e quindi le gare e i ricorsi e poi il Tar e tutto quello che in questi anni è accaduto.

Il decreto con i fondi per il bilancio

“Questa è una vicenda scandalosa, i dieci milioni di euro non ci sono ancora per il bilancio. Il sindaco ha fatto anche delle finte dimissioni, una vera e propria buffonata: prima si è dimesso urlando e sbraitando che se non avesse avuto subito questi soldi si sarebbe dimesso irrevocabilmente per poi subito dopo revocare le dimissioni ma i soldi non sono comunque arrivati, premesso che mai era scaduto il termine di nemmeno dodici mesi e ci fossero cinque decreti che si sono occupati di terremoto e in questi cinque decreti ho sempre presentato l’emendamento di dieci milioni ed è sempre stato bocciato dalla maggioranza pentaleghista dicendo che lo faranno nel prossimo decreto: ogni volta che presentavo l’emendamento il governo ha sempre espresso pareri negativi, ho sempre chiesto il perché e cercato di interloquire con gli esponenti del governo, in particolare col sottosegretario delegato alla ricostruzione ma insomma cinque decreti sono tanti: abbiamo iniziato col decreto terremoto trascinato dal governo Gentiloni a luglio, poi quello di Genova e anche quello l’ho ripresentato, poi abbiamo avuto la Legge di Bilancio quindi il decreto semplificazioni: sempre tutti bocciati.”