Revenge Porn. Maria Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, la giovane campana morta suicida dopo che un suo video intimo era diventato virale online, è intervenuta ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “L’emendamento rappresenta un primo spiraglio di luce, finalmente viene fatto qualcosa di concreto ma serve una legge più articolata. Assurdo che per la morte di mia figlia non ci sia ancora un colpevole. Sono dispiaciuta del fatto che non si è andati a fondo, alla sorgente, per scoprire chi avesse divulgato questo video sul web senza autorizzazione di mia figlia. I video purtroppo ancora girano e ancora si continua a guadagnarci sopra. Un sito porno tra i più potenti si è fatto pubblicità con il video di mia figlia a Capodanno, l’essere umano fa paura”

Riguardo l’approvazione dell’emendamento sul Revenge Porn

 “Questo emendamento rappresenta un primo spiraglio di luce, finalmente viene fatto qualcosa di concreto –ha affermato Giglio-. E’ una battaglia che porto avanti da parecchio tempo, da quando questo destino crudele mi ha portato via mia figlia che era il bene più prezioso che la vita mi avesse donato. Ad oggi per la morte di Tiziana Cantone non ci sono colpevoli, c’è soltanto un processo a carico del suo ex compagno, me neanche lo voglio definire così, diciamo a carico di questa persona, che ha tre capi d’imputazione, tra cui accesso abusivo di dati perché lui aveva tutte le password di mia figlia ed è stato lui a gestire il tutto, non si è trattato di una scelta consapevole. Per mia figlia non si è trattato di un gioco, dato che si è tolta la vita. E’ stato un gioco indotto da lui, mia figlia era un po’ soggiogata da lui. Se fosse stato un uomo quantomeno rispettosa della sua donna doveva avere il coraggio di fare le denunce mettendoci il suo nome e la sua faccia, anziché far andare avanti solo Tiziana.”

Con questa legge sarebbe cambiato qualcosa?

“E’ una legge necessaria e che ho voluto fortemente, ma comunque i reati a danno di mia figlia erano già reati, come la diffamazione, le violazioni della privacy. Si era creata addirittura una sorta di merchandising molto forte, anche gadget venduti in tutta Italia su E-Bay. E’ come se dietro ci fosse stato da sempre un regista ad organizzare il tutto. Sono dispiaciuta del fatto che non si è andati a fondo, alla sorgente, per scoprire chi avesse divulgato questo video sul web senza autorizzazione di mia figlia. Io ho perso la mia unica figlia, si doveva fare di più perché mia figlia aveva presentato ben tre denunce prima di togliersi la vita. Dopo la sua morte ho presentato un esposto al garante della privacy e sono state deindicizzate 150 pagine sui motori di ricerca che contenevano il link dei video, ma sono ancora in attesa di una risposta per un provvedimento che confermi l’illegalità della diffusione di queste foto e video privati che purtroppo ancora girano e ancora si continua a guadagnarci sopra”

Nessun rispetto neanche dopo la morte di Tiziana

Un sito porno tra i più potenti si è fatto pubblicità con il video di mia figlia a Capodanno, dopo che era morta. Sto scoprendo un mondo di cui ignoravo l’esistenza, l’essere umano fa paura. Per la maggior parte sono tutte persone insospettabili che magari girano in giacca e cravatta. Bisogna porre fine a tutto questo, per questo chiedevo una legge molto più articolata, un ddl studiato nei minimi particolari con gli esperti più bravi in materia, per dare una risposta chiara, severa e penale ad atteggiamenti criminali commessi da persone adulte che lo Stato non può educare come ragazzini. L’unico deterrente è che queste persone devono essere condannate, deve essere percepito come crimine. Rabbrividisco quando sento dire che è anche colpa di queste ragazze che dovrebbero evitare di farsi riprendere. Si parla tanto di libertà in tutti i campi, bisogna rispettare la libertà di ognuno di noi. Perché uno si dovrebbe privare di certe cose perché sappiamo che non siamo tutelati? Quando per esempio ci facciamo una foto o un video su uno smartphone dobbiamo avere paura che queste immagini vengano pubblicate e diffuse sul web? Dovremmo essere tutelati”.