Sono 99 i roghi che si sono propagati in tutta Italia nei primi 90 giorni dell’anno. Rispetto all’anno passato, dove si erano registrati appena 6 roghi nello stesso periodo, la situazione è drammaticamente cambiata. Il clima secco è una delle cause che ha visto l’incremento di roghi in tutta la Penisola.
I roghi nelle foreste hanno impedito ogni tipo di attività umane tradizionali del bosco
Lo dice la Coldiretti sulla base dei dati Effis in relazione ai roghi che stanno devastando il Vercellese e la Valle Susa in Piemonte. “Fino a oggi sono andati a fuoco oltre 2.576 ettari da nord a sud della Penisola. Per ricostituire i boschi ridotti in cenere ci vorranno almeno 15 anni – precisa la Coldiretti- con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle foreste bruciate saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali del bosco come la raccolta della legna, dei tartufi e dei piccoli frutti, ma anche quelle di natura hobbistica come i funghi che coinvolgono decine di migliaia di appassionati”.
“Una situazione drammatica- afferma la Coldiretti- favorita dal clima secco e dal vento con una siccità che nel primo trimestre dell’anno è grave come quella del 2017. Quest’ultima è costata 2 miliardi di euro in danni all’agricoltura tagliando i raccolti delle principali produzioni, dagli ortaggi alla frutta fino al mais, ma anche ai vigneti e al fieno per l’alimentazione del bestiame per la produzione di latte. L’area maggiormente penalizzata dalla mancanza di acqua è il Nord-Ovest. Qui più evidente è stata anche l’anomalia termica stagionale con temperature superiori di 1,2 gradi la media”.
Secondo la Coldiretti solo il maltempo potrebbe giovare in una situazione come questa, dove boschi e campi coltivati sono in estrema sofferenza. La pioggia dovrebbe durare per un periodo prolungato. Non solo, perchè dovrebbe anche cadere in maniera costante. I violenti temporali, invece, rappresenterebbero un danno notevole per l’agricoltura.
Fonte DIRE