Il 48% di 13.147 servizi socio-educativi per l’infanzia nell’anno scolastico 2016/17 sono stati censiti su territorio nazionale. Di questi circa 354mila sono asili nido privati. La maggior parte dei servizi per la prima infanzia sono asili nido mentre i così detti servizi integrativi contribuiscono per il 9% all’offerta complessiva.
La dotazione complessiva è sotto il parametro del 33% fissato dall’Unione europea
Lo rileva l’Istat nel rapporto sugli ‘Asili nido e altri servizi socio-educativi per la prima infanzia’. Negli 11.017 asili nido rilevati in Italia sono compresi poco più di 2mila “sezioni primavera” per i bambini da 2 a 3 anni e circa 220 nidi aziendali. Nell’ambito dei 2.130 servizi integrativi per la prima infanzia, invece, quasi la metà sono definiti come “spazi gioco”, oltre 800 sono “servizi in contesto domiciliare”, ovvero gestiti presso un’abitazione, mentre 280 sono del tipo “centri bambini e genitori” dove è prevista la permanenza di un adulto di riferimento insieme al bambino. In rapporto alla popolazione target, la dotazione complessiva è sotto il parametro del 33% fissato dall’Unione europea. Infatti i posti disponibili corrispondono al 24% dei bambini residenti sotto i 3 anni .
Anche in questo caso Nord e Sud sono divise , dove la copertura nel Meridione è al 30%
Ma il Paese è frastagliato dal punto di vista dei servizi offerti nel settore. Di fatto, la situazione degli asili nido è diversa tra Nord e Sud. In diverse regioni del Centro-nord tale parametro è stato ampiamente superato già da diversi anni. Nelle altre la copertura è prossima al 30%. Nel Mezzogiorno l’obiettivo risulta ancora molto lontano.
In Abruzzo, Molise e Sardegna i posti privati e pubblici nei servizi socio-educativi superano il 20% dei bambini sotto i 3 anni. Nelle altre regioni non raggiungono il 15%. A livello regionale la disponibilità di servizi varia da un minimo del 7,6% dei posti sul potenziale bacino di utenza in Campania a un massimo del 44,7% in Valle D’Aosta. In alcune regioni, come l’Emilia Romagna e la Provincia Autonoma di Trento, i nidi e i servizi integrativi pubblici contribuiscono in maniera determinante ad ampliare l’offerta. In altre regioni, come l’Umbria, è decisivo l’apporto delle strutture private.
Fonte DIRE