I cambiamenti climatici hanno causato un aumento del 1700% di incendi rispetto all’anno scorso, con danni gravissimi al patrimonio naturale dell’Italia.

Solo nel 2019 sono andati bruciati 2343 ettari

Lo dice la Coldiretti in occasione della Giornata internazionale delle foreste che si celebra il 21 marzo. Gli allarmi sono scattati in tutte le regioni del nord, dalla Liguria all’Emilia, dalla Valle d’Aosta al Piemonte, dalla Lombardia al Veneto. Solo nel 2019 in tutta Italia ci sono stati ben 73 incendi dall’inizio dell’anno. Sono 2343 gli ettari bruciati contro gli appena 4 roghi dello stesso periodo del 2018 e 26 ettari devastati. A spingere gli incendi un inverno secco soprattutto al nord dove è caduto il 50% di precipitazioni in meno rispetto alla media.

” Un costo drammatico che l’Italia è costretta ad affrontare – continua la Coldiretti- perchè è mancata l’opera di prevenzione nei boschi che, a causa dell’incuria e dell’abbandono, sono diventati infatti vere giungle ingovernabili. Siamo di fronte all’inarrestabile avanzata della foresta. Questa senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di 1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza”.

L’ Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario per l’industria del mobile e della carta

“E’ praticamente raddoppiata rispetto all’Unità d’Italia – sottolinea la Coldiretti- la superficie coperta da boschi che oggi interessa 10,9 milioni di ettari. Superfici alla mercé dei piromani. La maggioranza dei boschi italiani, per effetto della chiusura delle aziende agricole, si trovano ora senza la presenza di un agricoltore che possa gestirli. Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne. Si devono valorizzare quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli. Un’opportunità in tal senso viene dalla legge di orientamento che invita le pubbliche amministrazioni a stipulare convenzioni con gli agricoltori per lo svolgimento di attività funzionali alla salvaguardia del paesaggio agrario e forestale”.

“Ma una ulteriore opportunità può arrivare dall’aumento del prelievo del legname dai boschi con lo sviluppo di filiere che potrebbero generare 35mila nuovi posti di lavoro. Lo spazio per un rilancio della forestazione nazionale è, infatti, enorme se si considera che- conclude la Coldiretti- l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento per un importo di 4,2 miliardi nel 2018, in crescita del 3% rispetto all’anno precedente. L’industria italiana del legno è la prima in Europa. Con un legname che arriva da altri Paesi vicini come Austria, Francia, Svizzera e Germania a dimostrazione di un grande potenziale economico inutilizzato”.

                                                                                                                                                                     Fonte DIRE