Giovani e politica: l’assenteismo diffuso tra i Millennials è la naturale conseguenza della situazione precaria che si trovano a dover fronteggiare, e un patto di fiducia che è venuto meno, da oltre un trentennio. A chi è destinato il futuro dell’amministrazione della cosa pubblica? Come mai una volta ci si avvicinava alla politica attraverso le occupazioni, e adesso non più? Sembra quasi che i giovani tendano a subire decisioni e cambiamenti.

Le occupazioni a scuola

“Le occupazioni duravano circa due settimane, si era costretti a partecipare per arrivare alle vacanze natalizie – ha osservato Marino D’Amore, sociologo e criminologo, a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus – c’era una sorta di divisione tra rossi e neri, molto annacquata, sopravvivevano residui di ideologia. Adesso, siamo in piena società liquida: i rapporti sono molto più volatili, effimeri e veloci, causati dalla stagione mediatica internettiana; la socializzazione e la vita politica sono diverse, non ci sono più dei modelli a cui rifarsi e poi la politica viene vista come un ambito corrotto, colluso, che appartiene soltanto ad un’élite, che gestisce e tiene le fila in certe situazioni. L’elettorato si sente depauperato dei propri diritti.”

La primavera araba

Giovani e politica: la primavera araba è stato l’unico momento che ha visto rinascere diritti e ideologie perdute. “I militanti, gli attivisti, pensando di poter creare regimi di stampo democratico, si sono serviti dei social – ha osservato D’Amore – ma è stata una fiammata, che si è conclusa con un nulla di fatto.”

Il populismo

L’attuale governo, definito populista, dimostra quanto frammentaria è la situazione attuale. “Manca quel senso di appartenenza che una volta legava, e faceva da filo conduttore alle decisioni – si è congedato Marino D’Amore – non avendo una prospettiva e non avendo fiducia nel futuro, i nostri giovani, si sentono guidati nei luoghi istituzionali dalla precedente generazione.”

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