Yahya Pallavicini, imam della CO.RE.IS. (Comunità Religiosa Islamica) Italiana è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Preoccupati dopo attentato in Nuova Zelanda. In Italia ci sentiamo discriminati, l’Islam è considerato clandestino nonostante la Costituzione preveda la libertà di culto. Pensare di demonizzare una comunità di 2 milioni di persone per il fatto che nel mondo arabo ci sono dei criminali è miopia politica”
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“Senza esasperare allarmismi, siamo preoccupati su due livelli: che ci possa essere qualche folle criminale, come purtroppo è successo anche nella comunità islamica, che vada nelle chiese o nelle sinagoghe a fare omicidi. Ma siamo anche preoccupati dal fatto che non ci sia un dibattito sul fatto che la libertà religiosa venga garantita. Nella mancanza di confronto istituzionale e di conseguenza regolamentazione che la Costituzione prevede, si creano le premesse per una confusione, una speculazione anche da parte di alcuni musulmani che vogliono confondere religione con politica, e quindi paradossalmente chi ci rimette è la parte sana della società italiana, compresa la parte sana e maggioritaria della comunità musulmana. Se mi sento discriminato nel mio Paese? Direi di sì, perché l’Islam è teoricamente clandestino, poi si è liberi di organizzare la propria adorazione, ma la Costituzione prevede una libertà di culto che a noi viene negata da decenni. Quando ci sono momenti di emergenza si tira fuori l’Islam, c’è una confusione faziosa e una costante mancanza di volontà di affrontare seriamente le esigenze di cittadini musulmani italiani. Non è certo una cosa nuova. In passato si attribuiva agli ebrei un rischio di corruzione della società europea, si pensava che gli italiani andassero a modificare la prospettiva dei puritani americani, sono tutte narrative discutibili costruite ad arte. Ci sono sicuramente persone disoneste che sfruttano questo scenario per poter confondere le cose, o magari portare ideologie rivoluzionarie, ma la stragrande maggioranza delle persone non ha a che fare con questa realtà. Se ci fosse chiarezza sarebbe più facile fare dei distinguo. Pensare di demonizzare una comunità di 2 milioni di persone per il fatto che nel mondo arabo ci sono dei criminali è miopia politica. Ci sono pochi Paesi nel mondo islamico che fanno coincidere la loro identità nazionalista con una identità mono confessionale, per me questo è un errore storico, politico e spirituale. In ogni caso non capisco perché in italia dovrei pagare le conseguenze di azioni fatte da un Paese arabo che non mi rappresenta”.
Sugli sbarchi dei migranti
“E’ in gioco anche una visione della società –ha dichiarato Pallavicini-. Non credo che una visione sociale di apertura al pluralismo religioso e culturale sia soltanto di una cultura ideologica di sinistra. E’ un’interpretazione scorretta. Pensare che tutti gli stranieri, i nordafricani, i bengalesi siano un rischio di perdita identitaria per l’occidente è di una grossolanità impressionante”.