Leonardo Elias direttore artistico di CulturTango interviene ai nostri microfoni per parlare di questa arte molto diffusa in Argentina: il tango.

“Per ballare il tango, come per ogni disciplina che si rispetti, occorre tantissimo studio. Io ho iniziato nel 1994 a ballare insieme a due amici argentini, eravamo giovani e lo facevamo per passione, per hobby. Ho sempre pensato fosse stata solo una cosa passeggera, fatta più che altro per divertimento, invece grazie anche al mio maestro che mi ha introdotto nel mondo del tango invitandomi ad insegnare ai corsi insieme a lui, ho fatto di quello che inizialmente era un hobby, un vero e proprio lavoro, aprendo successivamente una scuola tutta mia.

Il tango per tutti

Le persone che si avvicinano al tango sono molteplici: giovani, meno giovani, soli, in coppia… Molte volte arrivano le coppie che scoppiano oppure persone sole che poi si accoppiano durante le lezioni di tango. Molto spesso il tango serve anche a ristabilire quegli equilibri di coppia che magari dopo tanti anni insieme sembravano un po’ persi, al contrario ci sono alcune coppie che dopo aver fatto un po’ di lezioni si rendono conto di non essere più innamorate e si lasciano: il tango è anche psicologia e sociologia.

Posso dire però che qui a Roma, città in cui ho aperto la mia scuola ben 15 anni fa, ci sono state molte persone che si sono sposate dopo aver frequentato i corsi! Il tango è un ballo davvero adatto a qualsiasi tipologia di persona, dai più giovani ai più anziani, dai più sciolti ai più rigidi ed ha un ruolo molto importante perché ci insegna ad essere più aperti verso gli altri, a fidarci di più ed essere più socievoli e si acquista anche più consapevolezza di se stessi.

Molto importante è il rispetto dei ruoli: bisogna conoscere entrambi i ruoli per riuscire a ballare al meglio il tango, molte persone invece tendono a pensare che il ruolo dell’uomo sia solo quello di condurre la donna e viceversa: in realtà con il passare degli anni si è molto ribaltato questo concetto e anche noi insegniamo a entrambi a sapere fare un po’ tutto, in modo tale da capire al meglio le movenze dell’altro durante il ballo e immedesimarci al massimo.

Consiglio a tutti coloro che voglio avvicinarsi a questa disciplina di essere pazienti perché il tango è anche un linguaggio e quindi ci vuole tanta costanza per curare la tecnica e anche un po’ di coraggio per iniziare a sciogliersi di più!”