Open Access: la proposta di legge sul libero accesso all’informazione scientifica. Primo firmatario il Presidente della Commissione Cultura alla Camera Luigi Gallo.

Si profila, finalmente, all’orizzonte, l’estinzione definitiva di quello che è stato definito negli anni il monopolio dell’editoria scientifica. Ormai da troppo tempo poche case editrici detengono il possesso e la conseguente facoltà di pubblicazione, di migliaia di riviste scientifiche. Un vantaggio per la comunità scientifica e la diffusione dei risultati della ricerca? La domanda è espressamente retorica e volutamente provocatoria, infatti, dal succitato monopolio, si producono più facilmente disparità e discriminazioni anziché risultati scientifici.

I colossi dell’editoria cui si fa riferimento sono 5 e sono divenuti tali attraverso fusioni e acquisizioni. Insieme controllano complessivamente oltre il 50% (percentuale riferita al 2006) delle pubblicazioni scientifiche nel campo delle scienze naturali, mediche, sociali ed umanistiche. A sostenerlo, nell’arco di questi anni, anche il prof. Vincent Larivière dell’Università di Montreal in Canada, primo firmatario del paper che, con altri due colleghi, Stefanie Haustein, e Philippe Mongeon ha analizzato tutti gli articoli scientifici indicizzati sul Web nelle principali banche dati scientifiche e pubblicati tra il 1973 e il 2013: 45 milioni di documenti.

Le accuse principali sono quelle di abuso di posizione dominante e di pratiche anticoncorrenziali, tramite l’utilizzo di clausole di confidenzialità, vendita di licenze in “big deal” (pacchetti non negoziabili), e al fatto che alcune di queste case editrici controlla anche i database di analisi bibliometriche usati dalle università, dai ricercatori e dalle istituzioni (Commissione Europea inclusa) per valutare la qualità della ricerca e i ricercatori — creando un sistema in cui i colossi dell’editoria hanno modo di controllare anche la reputazione dei propri competitor.

L’Italia sta cercando di porre un argine significativo alla situazione attuale attraverso una proposta di legge del M5S: “La nostra legge sull’ Open Access ha fatto il primo passo con il via libera della Camera. Ora arriva al Senato per la seconda lettura, ma l’ampia maggioranza con cui è stato approvato ci fa ben sperare per l’approvazione definitiva in tempi rapidi”.

“Se ne avvantaggerà il mondo della ricerca, che con la legge approvata disporrà della possibilità di ripubblicare online le ricerche finanziate con soldi pubblici, ma anche tutti i cittadini. La norma infatti prevede la nascita di una “banca dati” della conoscenza scientifica alla quale si potrà accedere gratuitamente”.

“Grazie la lavoro svolto in commissione, questa norma libera il sapere dall’oligopolio di alcune riviste scientifiche straniere e punta sulla sua diffusione anche attraverso il potenziamento della divulgazione scientifica nella tv pubblica. Lunga tutta la filiera, dalla produzione alla fruizione dei contenuti, la prospettiva è finalmente quella del bene collettivo” concludono i deputati del Movimento.