Università, dentro 1500 ricercatori. Vicina l’abolizione del numero chiuso.

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Marco Bussetti, ha firmato il decreto relativo al Piano straordinario di assunzioni per ricercatori universitari di tipo b previsto, con appositi stanziamenti, dall’ultima Legge di bilancio.

Si tratta, in tutto, di 1.511 posti che, spiega Bussetti, “consentiranno a molti giovani di inserirsi in un percorso che li vedrà impegnati in attività di ricerca e di insegnamento, con il passaggio, dopo tre anni, al ruolo di professore associato. Si tratta di 206 posti in più rispetto al Piano attuato dal precedente Governo: un segno concreto di quell’azione di rilancio del sistema universitario che vogliamo avviare a partire proprio dai giovani”.  Quella che si sta attuando, prosegue il Ministro, “è una misura che va letta insieme agli altri provvedimenti che abbiamo adottato, sempre in Legge di bilancio, per aumentare il numero di assunzioni nelle Università: dopo molti anni si torna a reclutare oltre il normale turn over. Abbiamo promesso maggiori attenzioni nei confronti dell’Università e stiamo dimostrando con i fatti che vogliamo davvero investire in questo settore”.

Per oltre 1500 ricercatori che avranno modo di ambire ad un posto di professore associato, sono decine di migliaia coloro i quali resteranno vittime, anche quest’anno, della selezione in ingresso per le facoltà a numero chiuso, con i percorsi afferenti a medicina e professioni sanitarie che presentano le maggiori criticità. In queste settimane emergono novità e si sarebbe giunti ad un accordo tra le due anime del Governo, rispetto alla revisione delle modalità di accesso alle facoltà a numero chiuso:

“Siamo vicinissimi alla revisione del sistema di accesso alle facoltà a numero chiuso”, annuncia in una nota il presidente della Commissione Cultura della Camera, Luigi Gallo, insieme al deputato del Movimento 5 stelle Manuel Tuzi.

“Con la norma che abbiamo messo a punto, garantiremo il primo anno di corso aperto a tutti attraverso un tronco sanitario comune costituito da alcune di quelle facoltà sanitarie e scientifiche dove oggi rimangono parcheggiati gli studenti in attesa di riprovare il test di medicina: si procederà quindi senza test di accesso”, scrivono.

L’intervento prevede anche l’ampliamento del 20% dei posti per le facoltà di Medicina e Chirurgia, che in passato erano state l’epicentro dello squilibrio tra il numero eccessivo di iscritti e i posti disponibili. Il passaggio preliminare è l’abrogazione della legge 264 del 1999, quella che istituì il numero chiuso.