I Feliciani, il movimento che ci insegna ad indossare ogni mattina il proprio sorriso! Ce ne parla Alessandro Invernizzi, l’inventore di questa filosofia di vita, intervenuto a Un giorno da ascoltare.
“Come ogni cosa bella, inizia da un momento brutto: nel 2009 mi è stata diagnosticata una leucemia molto grave, sono stato ricoverato per tre mesi ed era appena nata mia figlia mentre l’altro aveva appena un anno… Poi mi è tornata l’anno dopo, l’ho sconfitta e poi è tornata di nuovo: all’inizio l’affronti in maniera positiva poi inizi a pensare perché capitino tutte a te… Allora ho iniziato a pensare a qualcosa per cambiare la mia vita, è dalle cose negative che bisogna prendere quelle positive. E’inutile continuare a vedere solo le cose brutte, bisogna avere il coraggio di sorridere, di mettere la felicità al centro della propria vita. Ho iniziato ad attuare questa filosofia di pensiero soprattutto per i miei figli, perché vorrei che loro vivessero in un mondo felice, vorrei essere un esempio per loro. Ho avuto così l’idea di fondare questo movimento al solo scopo di far comprendere agli altri quanto sia importante svegliarsi ogni mattina con un sorriso che provenga dal cuore, che non sia falso!
La società attuale è molto incattivita, arrabbiata e violenta: non si collabora ma si combatte, non ci si confronta più e la cosa che mi fa venire più voglia di reagire è la vita passata dei nostri nonni che hanno lottato per un’Italia migliore, che hanno fatto la guerra e sono vissuti sotto regime vedendo l’Italia distrutta dalle bombe: noi non ci rendiamo conto di essere nati in un vero e proprio paradiso in cui il cibo è buono, si vive bene, abbiamo dei paesaggi bellissimi… Tutto questo grazie anche a loro e i nostri nonni sarebbero felicissimi di vedere l’Italia così come ce l’hanno lasciata ma noi purtroppo siamo più presi a vedere solo i lati negativi di questa: anziché vedere il cassonetto pieno di Roma, soffermiamoci a guardare la magnificenza del Colosseo che c’è dietro. Solo così potremmo vivere in maniera più rilassata e felice, senza dimenticarci di agire nel concreto invece di criticare e basta, molte volte da dietro uno schermo.”