Lentezza: perché è importante recuperare una dimensione ‘umana’ del tempo, nella vita di tutti i giorni? Come fare? La lentezza può favorire la noia? Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia, su Radio Cusano Campus, con Paola Medde, psicologa e coordinatrice del Gruppo di Lavoro di “Psicologia e Alimentazione” dell’Ordine degli Psicologi del Lazio. “Non c’è rischio di annoiarsi con una vita lenta – ha detto Paola Medde – la noia corrisponde ad una percezione del vuoto, mentre la lentezza contribuisce ad aumentare consapevolezza, motivazione, desideri. Vivere con lentezza significa aumentare il volume della nostra vita. Quando rallentiamo guadagnamo tempo.”

Secondo i più la lentezza coincide col ritardo, con una sorta di addormentamento e non rispetto degli orari e degli incontri, che non ha niente a che vedere con la capacità di vivere il presente a pieno, e godere delle imperfezioni del qui ed ora.

Consapevolezza e scelte giuste

“Se non passiamo attraverso un atto di consapevolezza non possiamo fare le scelte giuste, e in maniera produttiva – ha fatto notare la psicologa Paola Medde – anche se ci mettono nelle condizioni di vivere di fretta, e sbagliare, dobbiamo muoverci al contrario. La consapevolezza corrisponde ad una diversa organizzazione del tempo.”

Questione di abitudini

Per invertire la rotta è necessario prendersi “dieci o quindici minuti al giorno, per se stessi, e fare in modo che questa diventi un’abitudine. Va bene anche farlo coi figli, che al mattino non voglio fare colazione, osservandoci impareranno. Perché il cambiamento avvenga servono alcuni giorni, non è immediato, e una volta cambiata l’abitudine non dobbiamo più tornare indietro – si è congedata la dottoressa Medde – la prima colazione è un pasto che può avere una funzione sociale importante se consumato con la famiglia, ci consente di scambiarci i pensieri. Oggi mangiamo in mense, o bar, dove di sottofondo ci sono rumori e movimenti frenetici e diventa difficile stabilire quel setting di rilassamento che serve.”

 

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