Sociofobia: è un disturbo d’ansia che compromette le relazioni sociali, è una fobia sociale, la paura di essere giudicati e in Italia ne soffre il 10% della popolazione. Quali sono le cause? In cosa differisce dalla sociopatia? Ne abbiamo parlato a Tutto in Famiglia con Marino D’Amore, dottorando presso l’Università Niccolò Cusano, collabora con la cattedra di Sociologia, della professoressa Michela Luzi.
La neutralizzazione dei rapporti
“Si assiste ad un ritiro, quasi spirituale, da parte di chi ne soffre – ha spiegato Marino D’Amore – gli hikikomori sono i giovani giapponesi che si ritirano nel proprio habitat domestico e neutralizzano qualsiasi relazione sociale. Questa neutralizzazione combacia con un’attivazione delle relazioni virtuali: social network, blog, forum, che sostituiscono completamente la vita reale. Tutto porta ad un’attenuazione dei sintomi d’ansia.”
Gli studi del 1903 della professoressa Janet
Sociofobia: visto l’imbarbarimento sociale che viviamo avrebbe pure delle attenuanti, tuttavia è un disturbo datato. “I primi studi risalgono al 1903, con la professoressa Janet. Il paradigma riteneva i sociofobici timorosi di scrivere e parlare davanti agli altri – ha aggiunto D’Amore – nel 1966 e nel 1997 è stata data credibilità accademica al paradigma ed hanno cominciato a studiare il problema come un corpo patologico a se stante.”
Le cause
Per quali ragioni si temono gli altri? “Esiste un indotto genetico, anche se dev’essere dimostrato – secondo il criminologo Marino D’Amore – se in famiglia c’è una storia di sociofobia, c’è anche un discorso legato a violenze subite in casa, come abusi sessuali. La sociofobia va distinta dalla sociopatia: il primo odia se stesso, si ritiene inadeguato rispetto agli altri e cerca relazioni che non può avere nella vita reale; il secondo ritiene che le relazioni siano tutte inferiori, e quindi degne di odio, ed esclusione, è un leone da tastiera e quando si trova ad avere un rapporto face to face non ha lo stesso coraggio, la stessa forza e l’odio violento che esprime tramite internet.”
Sociopatia: se è un disagio sempre esistito come veniva affrontato? “Scrivendo lettere, chiudendosi in casa – si è congedato D’Amore – una figura rappresentativa della parte analogica è Giacomo Leopardi.”