Quel gol su rigore anche se la palla non è (mai) entrata. La firma di Albino Fazio

Il mediano dell’Isernia sullo 0-0 ha sciupato, volontariamente, un rigore ottenuto per un vistoso ed evitabile

errore commesso qualche metro prima da due ufficiali di gara su tre

 

Ha giocato nel Campobasso ma ora è dell’Isernia. Le due squadre militano nella Serie D, la quarta categoria del Calcio di casa nostra. Lui è Albino Fazio, centrocampista, di professione, capace di giocare in diverse piazze, senza necessariamente essere un girovago. La sua squadra, nel recente derby molisano, ha ottenuto, dopo una rimessa laterale figlia di un duplice errore di assistente numero 1 (quello che opera all’altezza delle panchine) e arbitro, quello che dovrebbe vigilare, di norma…

Lui è andato sul dischetto, dopo aver guardato i compagni di squadra negli occhi, e per evitare che la StraMolisana degenerasse, ha calciato fuori il rigore che, sullo 0-0, avrebbe dato il vantaggio all’Isernia, pur bisognoso di punti, graduatoria alla mano. La squadra, allenata da Massimo Silva, già giocatore di valore ai tempi dell’Ascoli in Serie A, naviga nelle agitate acque dei play-out. Il Campobasso avrebbe vinto quel derby per 3 a 0. Una parte dei tifosi dell’Isernia ce l’ha ancora con lui: non avrebbe avuto la necessaria sensibilità verso la maglia, la società e gli stessi sostenitori.

Albino Fazio è intervenuto a “Sport Academy”, rubrica quotidiana di due ore di Radio Cusano Campus, l’emittente dell’UniCusano, dalle 18 alle 20, dal lunedì al venerdì.

“Se dico tanto di cappello, non penso di esagerare!?”

“E’ stata una cosa eccezionale”, ha esordito con apprezzabile modestia il centrocampista dell’Isernia.

Le cose eccezionali non le fanno le persone comuni…

“Non pensavo avesse tutta questa risonanza, per me è stata una cosa naturale”.
Sei un grande innamorato del calcio e del suo ambiente, d’altronde.

“Sono mosso da una grande passione, da quando sono piccolo”.

Lei ha effettuato quella rimessa laterale lunga e ha capito che l’errore del suo avversario era in buona fede.

“Ho battuto quella rimessa laterale in fretta, per cercare di guadagnare un po’ di terreno e prendere di sorpresa gli avversari. C’è stato questo equivoco, poi, tra arbitro e assistente e il giocatore del Campobasso si è sentito autorizzato a prendere la palla con le mani. In campo ci eravamo resi conto subito, dell’equivoco”.

Un altro equivoco è quello con la tifoseria: ricucito?

“Non con tutti, purtroppo”.

Isernia-Campobasso è pur sempre un derby!

“Non ci ho pensato a questi contorni, minimamente. Nessuno di questi pensieri mi è passato per la mente; io con il Campobasso ci ho anche giocato. Loro non hanno capito me, nonostante io mi sia messo nei loro panni, e li ho capiti. Spero si superi, con qualche vittoria”.

Cosa le hanno detto il tecnico ed il presidente, dopo la gara?

“Niente, perché venivamo da una sconfitta pesante e c’è stato un po’ di silenzio. Sono stati momenti concitati e la mia decisione non è stata presa da tutti, ma da alcuni, e non ci siamo consultati con l’allenatore. Ho chiesto scusa a lui e a tutti”.

Quindi decisione presa con altri compagni di squadra?

“Si, erano attimi concitati e dovevamo decidere cosa fare. Sono sicuro che abbiamo preso la decisione giusta”.

Lei rischia di essere contattato dall’Inghilterra, dove a queste cose fanno caso!

“Anche qui ho ricevuto tanti messaggi positivi. Nel bene e nel male, non mi aspettavo tutte queste conseguenze. Anche la vostra telefonata è stata importante”.

Anche gli avversari?

“Ho buttato un rigore fuori, ci credo!”, afferma con malcelata ironia Fazio. Che specifica: “A parte gli scherzi è vero”.

Per quale squadra tifa in Serie A?

“Sono milanista dalla nascita. Sono nato nell’epoca in cui il Milan vinceva tutto”.

Per il suo gesto di grande lealtà sportiva e rispetto di avversari, arbitri e assistenti, Fazio è stato premiato con una targa da far vedere ai figli e ai nipoti. La palla, no, quella non è entrata, in porta. Ma il gol, Albino Fazio, classe 1990, l’ha segnato, egualmente. E forse è un seme che a medio termine, germoglierà. Ne ha lo spessore.

Testo raccolto dal radiocronista sportivo Giulio Dionisi