Mauro Antonini, responsabile del Lazio di Casapound, interviene a Radio Cusano Campus, nella trasmissione “Cosa succede in città” condotta da Emanuela Valente. Ha commentato il no del Ministero dell’Economia in risposta allo sgombero del palazzo occupato dal partito di estrema destra in via Napoleone III a Roma richiesto dalla sindaca Raggi. Il ministro Tria ha ribadito che l’edificio non è tra le priorità.
Sulla lettera del Mef. “Siamo in periodo di carnevale ci vorrebbe una bella lingua di Menelik per la sindaca Raggi. Per noi nulla si è aggiunto a quanto deciso nell’incontro di ottobre 2018 tra la Sindaca e il Viminale. C’è solo da aggiungere una posizione schizofrenica della Sindaca che con l’anno nuovo ha cominciato a premere sull’acceleratore, nonostante il palazzo di via Napoleone III non sia tra i primi edifici da sgomberare. O è un mero atto di propaganda politica, viste le imminenti elezioni europee, o serve a distrarre l’opinione pubblica dalle varie vicissitudini che stanno coinvolgendo il Campidoglio. Siamo tollerati benissimo da tutta Roma, rispettati per quello che facciamo, per la funzione sociale che svolgiamo visto che accogliamo famiglie italiane in emergenza abitativa in condizioni più che dignitose. Il Comune di Roma invece di essere ossessionato da Casapound dovrebbe costruire case popolare per le migliaia di persone che non possono permettersi un’abitazione”.
Sul sindaco di Cerveteri Alessio Pascucci che ha parlato di un governo appiattito in difesa di Casapound. “Parole deliranti. Voglio puntualizzare che Salvini non indossa le felpe di Casapound, questa felpa non so dove l’abbia vista. Vorrei ricordare al sindaco di Cerveteri che tiene ancora, abusivamente, la bandiera della pace sul palazzo del Municipio. Lui è il primo trasgressore di un ordine della Prefettura. Tra poche settimane apriremo una bella sede di Casapound a Cerveteri”.
Sul servizio de Le Iene. “E’ un servizio fatto ad arte. Si sono posti in maniera antipatica. Un giorno ero con il segretario Di Stefano e ci hanno inseguiti fino in Abruzzo. Ci potevano intervistare tranquillamente a Roma, invece, ce li siamo ritrovati a un evento sotto la neve, in condizioni meteo pessime”.
Sul palazzo occupato di via Napoleone III. “Qui è entrata la Corte dei Conti e ha fatto delle misurazioni, per il 3% facciamo attività politica, per il 97% è abitazione. A livello fiscale è la sede di Casapound ma questo non significa nulla, potrebbe essere tranquillamente presso un commercialista di Gregorio VIII. Questa è una sede simbolo. Le sedi di Casapound sono 150 e sono in tutta Italia”.