Musica: classica, rock, blues, è possibile scegliere tra tanti generi, per farsi raccontare l’amore, imparare una lingua diversa, rilassare. “La musica è una delle terapie più interessanti – ha affermato il Maestro Roberto Giuliani, direttore del Conservatorio di Musica Santa Cecilia – agiamo su situazioni specifiche, ogni caso è a sé.”

L’importanza della componente musicale

Nel processo formativo di ognuno di noi la componente musicale è importante, infatti a scuola avviene il primo approccio, ma non tutti coltivano l’attività nel tempo. “Per alcuni la musica è uno strano hobby, per altri un esercizio elitario – ha osservato Giuliani, a Tutto in Famiglia – in Italia ci sono bande, grandi compositori. Il nostro è un panorama di tutto rispetto, il problema è che fare musica, da noi, è considerato un hobby poco produttivo.”

Quante volte abbiamo saputo di genitori preoccupati per avere figli con una bella inclinazione per la musica? Se si ha talento, e vera passione, gli sforzi dovrebbero essere accompagnati dai risultati.

Nel mondo siamo conosciuti per la moda, perché produciamo buona pasta e per nomi come quello di Puccini, chissà cosa ne sarà dei corsi decentrati del Santa Cecilia! “Stiamo aprendo in Cina, in Corea del Sud – ha fatto sapere Giuliani – dove l’opera lirica è fortemente apprezzata.”

Il progetto Exodus

Gli orizzonti che la musica apre sono talmente ampi che al Conservatorio Santa Cecilia è stato ideato un progetto indirizzato, unicamente, ai ragazzi con la sindrome di Asperger. “Abbiamo la fortuna di poter guardare a tutte le situazioni- si è congedato il Maestro – gli interventi del conservatorio sono molto estesi, infatti offriamo nuove opportunità a persone che soffrono disturbi di disabilità. Il progetto Exodus è nato per accogliere al meglio due iscritti con disturbo da Asperger, ma non siamo gli unici. A Milano esistono orchestre dove persone normodotate suonano con persone con disturbi: sono soggetti molto performanti.”

 

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