Birindelli e il sentiero Juventus verso la conquista dell’Europa
“Gli esami non finiscono mai” e la Juventus domani deve fare la partita, per dare un segnale all’Europa. Quali sono le aspettative, le insidie e l’eventuali correzioni in corsa?
“Aspettative alte, per una società che negli ultimi anni ha investito molto, non ultimo l’investimento di Ronaldo, anche per vincere questa benedetta Champion’s. Le difficoltà sono tante, forse ha trovato la squadra più temibile tatticamente (l’Atletico Madrid, n.d.r.), sotto l’aspetto dell’aggressività. La squadra di Simeone venderà cara la pelle e sarà una questione che si deciderà sulla doppia sfida, più che sulla singola gara di domani”.
L’organizzazione della Juventus ha destato stima anche da parti normalmente avverse. Davvero è così pignola e metodica, la Vecchia Signora?
“Tutti hanno un obiettivo, che è quello di vincere e primeggiare. C’è rispetto dei ruoli, ognuno sa da dove partire e dove finisce il proprio compito, una cosa importante. Grande qualità, poi, nei nomi, sia della società, che dello staff tecnico. Una miscela esplosiva, che poi crea questi grandi risultati”.
La Juventus B, Under 23, in Serie C, rappresenta un caso raro. Cosa ne pensa?
“Dopo che c’è stata la richiesta, dagli enti ufficiali, qualche altra squadra doveva andare dietro, ad imitare questo progetto. Per i giovani, ed un vivaio importante, per risultati in Nazionale magari importanti. Invece, come spesso accade, c’è stata una grande rinuncia, e non abbiamo fatto una grande figura, sotto agli occhi degli altri”.
In Europa sono le altre, che devono temere la Juventus, questa volta, considerando la completezza della rosa?
“Sì, credo che anche in Europa le altre abbiano capito, la forza di questa squadra, e di questa società. Un valore tecnico e di abitudine ad affrontare queste gare, parlo di Cristiano Ronaldo, ed il gruppo lo ha percepito e gli sta andando dietro. L’arrivo del portoghese ha dato stimoli nuovi, di competitività maggiore. Prima o poi la Juve alzerà, questa coppa”.
Un cerchio che da anni non è tondo come Giotto, visto che lei è toscano ed ama sicuramente, la Storia dell’Arte.
“Siamo circondati di Arte! Anche ad Orvieto sono stato ultimamente ed anche lì di arte ne hanno tanta”.
Il rapporto dei calciatori dopo l’attività agonistica. Non è detto che uno debba fare l’allenatore, giusto?
“Non è scritto da nessuna parte”, dice con sicurezza Birindelli. “Penso che uno debba provare e saper riconoscere il suo ruolo. Io provai subito, con il ruolo di assistente tecnico, l’opportunità. Mi sono messo in discussione, ho provato, e il percorso mi ha convinto. C’è chi sceglie di fare il dirigente o tutt’altro, fuori dal Calcio. Ognuno ha le proprie idee e si vede in un determinato ruolo. Non è detto che sia quello giusto”.
Damiano Tommasi sta rappresentando in maniera coerente e grintosa, il suo ruolo, per esempio, come esponente del mondo dei protagonisti in campo, i calciatori…
“La coerenza è la base di tutto. Damiano i valori li dimostrava in campo e lo sa fare anche ora. Sono valori che restano, in qualunque ruolo e situazione”.
(Testo raccolto dal radiocronista Giulio Dionisi)