Molte le realtà cittadine che hanno aderito al presidio convocato domenica 17 febbraio alle ore 10 a piazza Vittorio con lo slogan ‘Roma Capitale Umana’. A promuovere la mobilitazione è l’Associazione Genitori della Scuola Di Donato.
Un’iniziativa volta a diffondere messaggi di inclusione e apertura
La Di Donato, spiegano gli organizzatori, è uno dei luoghi della città dove si sperimenta, da 15 anni, inclusione e partecipazione. L’associazione opera nel quartiere Esquilino di Roma, a pochi passi da piazza Vittorio. Al di là di tutto, non vogliamo rimanere inermi difronte a quello che succede intorno, come La Di Donato ha lanciato un appello alla Roma solidale, antirazzista e multiculturale.
“Non possiamo accettare le attuali politiche sull’immigrazione e siamo più che preoccupati per le continue violazioni dei diritti umani che ne sono la conseguenza. Infatti, non possiamo accettare la chiusura dei porti. Perché non ci riconosciamo in provvedimenti che rendono il nostro Paese inospitale, ignorando i diritti umani più basilari e costruendo barriere, né possiamo restare in silenzio mentre centinaia di persone ogni giorno rimangono in balia delle onde”.
In piazza non ci saranno colori politici, partitici, sociali, istituzionali a intestarsi l’evento. Ma ci saranno donne e uomini, mamme e papà, ci saranno bambine e bambini, ragazzine e ragazzini, di tutti i colori, le provenienze, le culture. In piazza, ci sarà la musica e la danza con flash mob organizzati dall’AG Di Donato, la Stradabanda, il Ponentino Trio, il coro “Se…sta voce” e “Quintaumentata”, l’Orchestra di Torpignattara, Artale Afro Percussion Lab, la comunità Filippina con balli e canti, i Samba precario, l’Orchestra muta della Scuola Mazzini, i Pettirossi da combattimento.
Ci saranno laboratori per le bambine e i bambini, a cura della Ludoteca dell’AG Di Donato, del Grande Cocomero, dell’Associazione Informadarte. Ci saranno esibizioni delle attività pomeridiane della Di Donato. .
Fonte DIRE
Ottima iniziativa, è necessario attivarsi per combatte sul campo il clima di odio e di diffidenza instillato dal salvinismo