Analfabetismo motorio: in Italia 1 adolescente su 2 lascia l’attività fisica dopo la scuola media, mentre nei primi anni di vita, i bambini che non praticano attività motorie di nessun genere si attestano attorno al 50 per cento dei casi tanto da non essere neppure in grado di fare capriole. Grave, gravissimo, per una generazione destinata all’obesità e al disagio psichico.
Le conseguenze psicologiche
I risaputi, molteplici, benefici dello sport non possono essere dimenticati dai genitori che sembrano sempre più preoccupati di cadute e sbucciature. “Se i bambini non si muovono non acquisiranno le corrette capacità motorie e per la qual cosa quando praticheranno una qualche attività fisica realmente rischieranno di farsi male anche perché il corpo non avrà sviluppato adeguatamente neanche le strutture muscolari che lo sostengono, ha spiegato Alexia Di Filippo, psicologa e psicoterapeuta – vi sono inoltre ricerche indicanti che la struttura ossea dei nostri ragazzi è demineralizzata. Ciò è anche dovuto alla crescente sedentarietà degli adolescenti che rispetto al passato restano in casa e non incontrano giornalmente gli amici in una misura di quasi uno su due con delle ricadute anche da un punto di vista psicologico, notevoli.”
Analfabetismo motorio: cosa significa praticare attività sportiva? “Chi esce all’aperto e fa attività sportiva sviluppa meno sintomi depressivi – ha aggiunto l’esperta – il movimento è un fattore di prevenzione del disagio psichico. Il fatto che la percentuale di bambini e ragazzi che si muovono in misura insufficiente ai bisogni dell’età, sfiori l’81% è davvero paradigmatico di una situazione allarmante. La scuola ha previsto finora l’attività fisica per un’ora a settimana, e la misura si è rivelata insufficiente. All’estero sono tre le ore previste, e anche l’Italia sta procedendo all’approvazione di una legge che le innalzi a due.
Per i bambini della scuola primaria è particolarmente importante acquisire le corrette capacità motorie ovvero le funzioni che controllano, dirigono e regolano il movimento.”
La situazione scolastica
Come affrontano il problema le scuole italiane? Con la figura dell’insegnante professionalizzato. Sarà sufficiente ad occuparsi del problema e migliorare le cose? “I bambini della scuola primaria è giusto che vengano seguiti – si è congedata la dottoressa Di Filippo – i nostri bambini infatti, hanno difficoltà a svolgere movimenti molto semplici. Gli stessi che una volta venivano eseguiti e appresi con naturalezza.”