Igor Righetti, giornalista e conduttore televisivo, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Mio zio Alberto Sordi era molto critico con Roma e con l’Italia, prima di morire mi disse che non riconosceva più un Paese cambiato in un modo che a lui non piaceva. Col mio programma ‘Comunicattivo’ ho avuto molti problemi, mi hanno anche bucato la gomma dell’auto. Comunicazione? I politici utilizzano i social come fosse la tv, questo è un errore gravissimo”

Sull’attuale comunicazione politica

 “I social media hanno cambiato per sempre la relazione tra politico e cittadino, però ci sono i grandi maestri come Obama che nel 2008 li ha utilizzati in modo egregio e poi ci sono i nostri che sono un po’ naif, utilizzano i social con mezzi, metodi, foto patinate, photoshoppate, trasformandoli nel vecchio mezzo che può essere la tv o il servizio fotografico sulla carta stampata. Questo è un errore gravissimo, utilizzare i social come fosse un comizio in tv. La tv non la batterà mai nessuno, continua ad avere un ruolo predominante nel nostro Paese che è un Paese anziano e guarda tanta tv generalista. Guardando i dati, vediamo che Salvini ha oltre 3 milioni di followers, Di Maio 2 milioni e Berlusconi 1. Salvini è salito in modo esponenziale rispetto all’anno scorso, Di Maio è salito, Berlusconi è rimasto stabile. Facebook è il social media più popolare, mentre Renzi su twitter non lo batte nessuno. Ma twitter è un mezzo un po’ fighetto che in Italia non è che abbia mai preso così tanto. Instagram invece è fotografia, immagine, video, storie. Può diventare interessante se i nostri politici cominceranno a utilizzare i social media in modo spontaneo, naturale, meno costruito. Il problema è che utilizzano un modo di comunicare che si utilizza per la tv e altri mezzi tradizionali. Il bello dei social è che c’è questo scambio continuo tra il politico e i cittadini. Quando trovo errori grammaticali e di sintassi nei post dei nostri politici rabbrividisco”.

Riguardo il suo storico programma ‘Comunicattivo’

 “Nel 2002 la Rai ci ha messo un anno per approvare il titolo della mia trasmissione ‘Comunicattivo’, perché c’era la parola ‘cattivo’ e secondo loro l’italiano ancora non era pronto. Ne ho avuti di tutti i tipi, ho avuto la gomma dell’auto bucata. Ho avuto molti problemi perché affrontavo tematiche molto forti con ironia, in Italia con l’ironia bisogna stare molto attenti perché è un Paese molto particolare. Lo ha detto anche mio zio Alberto Sordi che molti italiani si vergognavano di alcuni ruoli che lui interpretava”.

Riguardo suo zio Alberto Sordi

 “Alberto era molto critico su come era ridotta Roma, figuriamoci se la vedesse adesso. Fosse per lui avrebbe chiuso il traffico in tutto il centro storico perché il traffico stava distruggendo un Museo a cielo aperto. Nel 2002, poco prima di morire, ci disse: Roma non la riconosco più, non so più cosa è diventata. Per la verità lo diceva anche dell’Italia. Non riconosceva più un Paese che era cambiato, in un modo che a lui non piaceva”.