Il titolo è “Lucciole” e la voce che canta questa canzone è del cantautore romano Daniele Napodano in arte semplicemente Napodano. Si tratta di un pop dalle sonorità degli ottanta che ti puoi già godere in tutti gli store digitali dal 22 gennaio. L’autore così descrive il pezzo:

 

“Una linea vocale intima e un testo nato sul momento, facendo ritorno a casa una notte dopo un concerto”.

Del singolo c’è anche un videoclip realizzato da Virginia Pavoncello per Second Life Videos. Un clip dove c’è “la storia di un giovane adolescente, un po’ solo e malinconico, che cerca il suo posto nel mondo attraverso la musica. Il sogno di diventare un vero musicista, con un vero pianoforte, ma cercando attraverso i suoi desideri, e incontrando degli ostacoli, scoprirà che ciò che conta davvero è proprio tenere vivi i propri sogni”.

Presto un album completo. Ora questa bella intervista di Napodano.

Chi?

Daniele Napodano, in arte Napodano, cantautore, pianista, fomentatore di polemiche inconcludenti e sognatore diurno. Terrestre di nascita, casualmente italiano e cittadino europeo residente in Belgio per questioni di cuore, vengo da una famiglia in cui la musica è stata così prepotentemente presente che non ricordo la mia vita prima di mettere le mani su una tastiera. Ero praticamente un prescelto (o un condannato, dipende dai giorni), e come tutti i prescelti, a metà del film ho provato a scappare, a rinnegarmi e a nascondermi da quello che ero; poi, scontata come la fine di quasi tutti questi film, la musica è tornata a bussare alla porta sogghignando. E quando è così, c’è poco da fare. Quindi ho lasciato tutto e ho ricominciato tutto da zero: nuovo paese, nuova lingua, nuovi costumi e nuovo me. Ho cominciato a buttare giù qualche canzone, a volte biografica, a volte no, e ora sono qua a presentare “Lucciole”, l’ultimo singolo in uscita e a preparare un album che uscirà a breve con la mia etichetta Steet Label Records.

Che cosa?
Nasco pianista e poi compositore, in adolescenza adoravo scrivere storie brevi, in età adulta, non avendo molto tempo per fare le cose separatamente, le ho unite, cercando continuamente di creare un mio stile ben riconoscibile, con delle composizioni musicali mai scontate e armonie ricercate che camminano accanto a testi ben chiari eppure metaforici allo stesso tempo. Devo far entrare un racconto, delle storie, delle vite e tante emozioni in 3 minuti, mica posso svelare proprio tutto!

Quando?
Beh, considerando che più della metà della mia famiglia suona uno strumento musicale, che mio padre è stato musicista professionista fino ai miei 18 anni, che il mio pediatra era il suo bassista… La mia casa era un ritrovo di musicisti, sempre. Il giradischi era in rotazione perenne e sembrava affetto da personalità multipla! Si sentiva Chopin, Miles Davis, i Queen, i Beatles (ogni giorno), i Deep Purple, Pino Daniele, della roba tipo progressive rock della quale non ricordo quasi nulla… E a quante serate e a quanti concerti mi portavano anche alla più tenera età; roba che se fosse successo oggi, sarebbero stati già denunciati ai servizi sociali!

Dove?
Ovunque, il dove è una indicazione per un punto specifico. Qui si parla di magia. Generalizzando, ovviamente a casa con i miei genitori, a Roma; poi in tarda adolescenza, folgorato sulle vie di Camden, poi più tardi, nella grotta platoniana del mio nascondiglio, e da qualche anno, in Belgio, dove si sta sviluppando la mia identità artistica.

Perché?
Per regalare un po’ di magia, per far nascere qualche emozione, per far divertire, per stare bene, per essere l’artefice di un piccolo miracolo.

Ecco il videoclip di “Lucciole” di Napodano: