Continuare a raccontare l’orrore della Shoah per evitare che si ripeta di nuovo. E’ la missione – “e la promessa che feci davanti a Dio” – di Sami Modiano, deportato in giovanissima età a Birkenau e Auschwitz, tra i pochi bambini ebrei italiani sopravvissuti ai campi di sterminio.

Alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, Modiano frequentava la terza elementare

Oggi quella storia, la sua storia, l’ha ripetuta ancora una volta durante l’incontro con alcuni studenti delle scuole romane al Maxxi, in dialogo con Riccardo Pacifici. Prima del suo intervento i giovani allievi della scuola Vittorio Alfieri di Roma hanno messo in scena lo spettacolo ‘Racconta’, un viaggio poetico, in cui i ragazzi hanno “donato la propria voce” a coloro che hanno subito le persecuzioni naziste. Alla promulgazione delle leggi razziali nel 1938, Modiano frequentava la terza elementare della sua scuola a Rodi, dalla quale, essendo ebreo, si trovò improvvisamente espulso.

“Io volevo studiare, mi piaceva, essere espulso fu un trauma- ha raccontato Modiano- Quando un bambino di otto anni viene espulso dalla scuola e non sa perchè, si immagina che sia per una sua mancanza. Ho saputo il vero motivo della mia espulsione, conseguenza delle leggi razziali, da un mio insegnante, che mi aiutava a studiare, e quando vide la mia crisi di pianto, tentò di confortarmi e mi asciugò le lacrime. Era più dispiaciuto lui di me”.

“La storia non si deve mai fermare, deve continuare ad essere raccontata”

Poi venne la deportazione, da Rodi verso il campo di Birkenau. “Quando ero lì ho chiesto a Dio perchè non vedesse quello che stava accadendo. A Birkenau vidi cose incredibili, bambini innocenti eliminati con barbarie da altri uomini- ha continuato Modiano- E’ un orrore che non si può spiegare. I tedeschi stessi ci dicevano che sei mai qualcuno di noi fosse riuscito a uscire dal campo e avesse raccontato ad altri cosa stava succedendo, non sarebbe stato creduto. E fu proprio così. Fuori non ci credeva nessuno”. Modiano ha poi aggiunto di “non convivere con l’odio, sono cresciuto in una famiglia che non porta rancore.

Però non smetto di raccontare. La storia non si deve mai fermare, deve continuare ad essere raccontata e tramandata. Io finché avrò forza continuerò a farlo”. Anche perchè “i giovani, gran parte delle cose che racconto, la capiscono. Le nuove generazioni devono sapere. Ho dei riscontri positivi da tutti questi incontri”. All’incontro erano presenti anche il segretario generale del Maxxi, Pietro Barrera, la presidente del II Municipio, Francesca Del Bello e la consigliera regionale del Pd, Valentina Grippo.

                                                                                                                                                 Fonte DIRE