Con l’inizio del nuovo anno scolastico (che in Bangladesh comincia a gennaio), oltre 145mila bambini rifugiati rohingya che vivono nei campi nel Bangladesh sud-orientale stanno frequentando le lezioni nei centri per l’apprendimento supportati dall’Unicef.
L’Unicef vuole raggiungere 260mila bambini con l’istruzione
In Myanmar l’attenzione si sta ora spostando verso l’istruzione di migliaia di altri bambini ai quali ancora manca l’accesso. Lo scopo è di raggiungere quest’anno un numero potenziale di 260mila bambini con l’istruzione. L’accesso all’istruzione sarà realizzabile attraverso una rete estesa di 2.500 centri per l’apprendimento gestita da 5mila insegnanti e volontari rohingya.
“La portata della crisi di rifugiati dei rohingya chiedeva una risposta rapida – ha dichiarato Edouard Beigbeder, rappresentante dell’Unicef in Bangladesh – Ma eravamo solo in grado di rispondere ai bisogni immediati e non potevamo raggiungere ogni bambino. Quest’anno stiamo aumentando i servizi per raggiungere un numero maggiore di bambini, mentre puntiamo al miglioramento della qualità dell’istruzione che ogni bambino riceve”. Il percorso per costruire un numero maggiore di centri per l’apprendimento fa parte di una serie di iniziative ambiziose e di vasta portata annunciate dall’Unicef. “Sto venendo a lezione da circa un mese ora”. Ha dichiarato Minara, di 11 anni, che ha studiato fino al quarto anno in Myanmar ma che ha lasciato la scuola dopo essere arrivata in Bangladesh perchè i centri per l’apprendimento che frequentava erano pieni di fango e troppo caldi.
“Il nostro obiettivo è di assicurare a questi bambini la formazione”
“Molti bambini hanno subito ferite traumatiche da arma da fuoco e violenze estreme, che limitano la loro capacità motoria e l’accesso ai servizi. Vediamo molti bambini con capacità di apprendimento eterogenee, disabilità fisiche, alterazioni della vista e difficoltà di linguaggio- ha dichiarato Iffat Farhana, Education Officer dell’Unicef Cox’s Bazar- Ognuno di questi bambini ha diritto all’istruzione. L’ Unicef spera di raggiungere ogni bambino per aiutarlo ad imparare, crescere e realizzare il suo potenziale”.
L’Unicef sta inoltre puntando a coinvolgere adolescenti con formazione professionale per sviluppare le loro conoscenze e le competenze per il mondo del lavoro. Attualmente il 97% degli adolescenti e dei giovani dai 15 ai 24 anni non riceve alcun tipo di istruzione nei campi per rifugiati. Questo gruppo è estremamente vulnerabile a matrimoni precoci, lavoro minorile, tratta di esseri umani, abusi e sfruttamento. Un rapporto dell’Unicef lo scorso anno ha evidenziato che senza un’azione immediata questi adolescenti rischiano di diventare una generazione perduta. “E’ attraverso questi interventi mirati che l’Unicef sta lavorando per garantire un’istruzione a tutti i bambini più difficili da raggiungere, molti dei quali hanno gravi disabilità,” ha continuato Beigbeder. “Il nostro obiettivo è di assicurare a questi bambini la formazione e le capacità di cui avranno bisogno in futuro”.
Fonte DIRE