Scontro Italia-Francia. Alfredo Cestari, Presidente della Camera di Commercio Italia-Africa, è intervenuta ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Dal governo critiche inutili e dannose per le imprese italiane in Africa. Queste tensioni hanno già creato delle ripercussioni negative. Inviterei i nostri politici ad andare di più in Africa per capire meglio di cosa parlano. Il Franco CFA è una moneta stabile che favorisce anche le imprese italiane. La Francia fa il suo lavoro e noi non possiamo andare a criticare quello che fanno in Africa. Se vogliamo sottrarre aree agli imprenditori francesi dobbiamo lavorare meglio di loro”
Sul Franco CFA
“Mi dispiace ascoltare certe dichiarazioni da parte di politici che non hanno mai messo piede in Africa, in questi Paesi dove c’è il franco CFA. Con l’introduzione dell’Euro è stato stabilizzato il franco CFA, che non ha problemi di fluttuazione monetaria. Quando la Guinea anni fa ha deciso di uscire fuori dal CFA, ha avuto immediatamente un indebolimento dell’economia finanziaria quindi fu costretta a rientrare di nuovo nel club dei 14 Paesi. E’ vero anche che Macron ha fatto una serie di tour in questi Paesi, proponendo loro di fare osservazioni per migliorare il rapporto tra questi Paesi e la Francia. La stabilità della moneta favorisce anche le imprese italiane. Quando un imprenditore italiano fa un’offerta per una gara a questi governi ha delle garanzie perché la moneta è stabile”.
Sulla questione del colonialismo
“Le critiche fatte alla Francia sono includenti, ingenue e incomprensibili. La Francia fa il suo lavoro e noi non possiamo andare a criticare quello che fanno in Africa. Se vogliamo sottrarre aree agli imprenditori francesi dobbiamo lavorare meglio di loro. Il nostro governo deve accompagnare le imprese in queste aree di mercato, dimostrare all’Africa che anche l’Italia può fare la sua parte aiutando loro a svilupparsi e allo stesso tempo anche le nostre imprese. Nelle imprese italiane in Africa lavorano gli africani. E’ fondamentale dialogare, far crescere e formare i giovani di quel continente”.
Ripercussioni per incidente diplomatico Italia-Francia?
“Già ci sono le ripercussioni. Quando noi ci inimichiamo un Paese amico e dobbiamo competere su questi mercati a volte alleandoci con le imprese francese, bisogna ragionare in una maniera completamente differente. L’Europa dovrebbe avere un unico obiettivo. Sono delle inutili critiche che non producono risultati positivi. Inviterei i nostri rappresentanti ad andare di più in Africa”.
Mi sembra una intervista superficiale, e abbastanza imbarazzante.
La Guinea è stata devastata dai francesi quando volle uscire fuori dal sistema del franco cfa. Spesso i Governi che sono tornati al sistema monetario cfa lo hanno fatto perché messi lì dai francesi dopo aver fatto cadere quelli “traditori”.
Quanto agli europei che vivono in Africa, ebbene, io ci sono stato per un po’ per lavoro, e ricordo benissimo che gli imprenditori italiani pagavano bustarelle per lavorare lì e vincere la concorrenza. E’ a questi imprenditori che fa riferimento il signore dell’intervista? Oppure a quelli che mi dicevano di non lasciare la carne che mangiavo io alla mia domestica perché alla domestica si lascia solo pane e tè? Non so a quale Africa faccia riferimento il signore in questione, ma molti, troppi, degli italiani che ho conosciuto non erano dei gran modelli, onestamente. Erano addirittura imbarazzanti, a dirla tutta.
Il tentativo degli europei che ho visto io è quello di non permettere la creazione di una borghesia locale.
Per quanto riguarda la Francia, la questione non è soltanto il franco cfa, ma il diritto di prelazione sugli appalti: “prima proponi a me, caro paese africano, e poi agli altri competitor se io non sono interessata”. Inoltre, la Francia ha interesse, come altri, ma essa a maggior ragione partendo da una posizione di vantaggio, ad ostacolare la creazione di un sistema produttivo locale, in quanto intende sfruttare le risorse naturali per la propria industria sottopagandole, quando le deve pagare.
Ci sono frotte di multinazionali che sfruttano le risorse dei paesi africani pagando bustarelle, pagando cioè dei funzionari corrotti del luogo, i quali impediscono lo sviluppo del proprio paese coi propri comportamenti.
Perché non si vuole vedere la mentalità colonialista di molta parte dell’Europa contemporanea sull’Africa? Perché nessuno, a parte gli africani onesti, ha interesse a farlo, evidentemente…