Il Dott.Fausto Boioli interviene ai microfoni di Radio Cusano Campus per condividere con tutti noi la sua bellissima storia di solidarietà e di amore nei confronti delle persone più in difficoltà.
“Io sono un medico in pensione, attualmente chi lavora negli ospedali è spremuto e quindi ci sono sempre meno giovani che si dedicano alle attività di volontariato, per cui, per sopperire a questa mancanza ci siamo noi “vecchietti” in pensione che ci diamo molto da fare! Dal 2000 lavoriamo con un’unità mobile e lo facciamo prettamente di sera quando è più facile intercettare le persone in strada. Abbiamo poi un poliambulatorio autorizzato dalla Asl in Via Padova che è una via molto chiacchierata per il suo multiculturalismo e a causa anche degli scontri che ci sono stati in passato, è una via molto vivace e piena di associazioni ma anche piena di gente che vive letteralmente in strada. Il nostro è uno studio medico sulle ruote e facciamo assistenza a persone che sono escluse formalmente dalle cure ovvero gli immigrati irregolari o a persone che non hanno la residenza ad esempio, dando loro farmaci di prima necessità, di fare un po’ di counseling per rientrare nella regolarità del sistema sanitario nazionale. Gli interventi riguardano prettamente cose semplici, come influenze, raffreddori… Poi ci capita di curare anche patologie gastriche come mal di stomaco e bruciori dovuti al cambiamento repentino di cibo, capitano spesso anche malattie della pelle come la scabbia. Se vengono persone che hanno un minimo segnale di tubercolosi li mandiamo subito a Villa Marelli con la quale abbiamo stipulato un accordo e vengono presi subito in carico, non gli danno appuntamento dopo un mese, soprattutto se vengono con una scheda compilata da noi e se il sospetto non è confermato viene rimandato indietro oppure viene preso in cura repentinamente in caso contrario. Continueremo a darci da fare, siamo in tutto 35 persone e lavoriamo su turni per cercare di dare una più ampia copertura delle cure mediche a tutte le persone che hanno una vera necessità.”