L’agenzia anti-tratta nigeriana fa sapere di essere riuscita a individuare ben 20mila ragazze di nazionalità nigeriana intrappolate nelle maglie dei trafficanti di esseri umani.
La domanda di “schiave del sesso” proviene in particolare da uomini impiegati nelle miniere
La scoperta riguarda il Mali, e a darne notizia alla testata nigeriana ‘Pulse’ è stata Julie Okah-Donli, la direttrice dell’Agenzia nazionale per il contrasto al traffico di esseri umani (Naptip). “Abbiamo ricevuto notizie concernenti queste giovani in pericolo. Il mese scorso abbiamo inviato una squadra per verificare tali informazioni” ha spiegato la direttrice, secondo cui le ragazze si trovano in diverse località del nord del Mali, spesso rinchiuse in baracche fatiscenti e in zone remote, per essere sfruttate sul mercato della prostituzione.
La domanda di “schiave del sesso” proviene in particolare da uomini impiegati nelle miniere, di nazionalità sia maliana che straniera. Alcune di loro, ha aggiunto il capo dell’Agenzia, hanno raccontato di essere state attirate con l’inganno. Era stato promesso loro un posto come cameriere o donne delle pulizie nei ristoranti della Malesia. In realtà, secondo gli inquirenti, gli aguzzini avrebbero giocato sull’assonanza tra i termini “maliano” e “Malesia” per attirare le vittime. Altre minori sono state invece trovate con indosso la divisa scolastica: queste ultime hanno confermato di essere state rapite mentre tornavano a casa da scuola.
Julie Okah-Donli ha spiegato che in Mali per ottenere una ragazza, i trafficanti pagano fino a 600mila naira, l’equivalente di 1.400 euro. “Almeno 500 giovani vengono sequestrate ogni giorno”, ha dichiarato Julie Okah-Donli. Le ragazze vengono poi portate anche all’estero. “Non si tratta più solo delle ragazze di Edo che vengono portate verso l’Italia”, ha chiarito la responsabile. Le indagini attualmente in corso, ha concluso la direttrice dell’Agenzia, vengono portate avanti in collaborazione con le autorità nigeriane e maliane, mentre il rimpatrio delle giovani recuperate sara’ effettuato grazie al supporto dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni
Fonte DIRE