In queste ultime settimane di gennaio c’è un’Italia in fermento che si riunisce e discute per organizzare la “giornata dello sciopero globale femminista” del prossimo 8 marzo.
Una piattaforma per contrastare violenza di genere ed evidenziare il ruolo delle donne nella società
L’hanno ribattezzata così, le attiviste del movimento ‘Non una di meno’, la Giornata internazionale della donna che si sostanzia, grazie al giovane laboratorio politico sorto dall’argentino ‘Ni Una Menos’, di ulteriori elementi. L’assemblea come strumento, terreno di confronto e condivisione, territoriale e nazionale; lo sciopero, internazionale e femminista, come forma di protesta, “contro il patriarcato” e la “violenza maschile”.
Da Torino a Firenze, da Padova a Catania, passando per Napoli, le assemblee cittadine verso “lottomarzo” si moltiplicano, dopo le due grandi assemblee nazionali di Bologna (6-7 ottobre 2018), quando è stato proclamato lo “Stato di Agitazione Permanente”, e Roma (25 novembre 2018). Alla base delle rivendicazioni delle attiviste il ‘Piano femminista contro la violenza maschile e di genere, lanciato nel novembre 2017 dopo decine di assemblee cittadine, cinque assemblee nazionali e nove tavoli tematici. Una piattaforma per contrastare violenza di genere e sessismo. Tra i fini si vuole evidenziare il ruolo delle donne nella società, denunciando la loro subalternità nel mercato del lavoro, nell’ambito del sistema neoliberista.
Una protesta contro alcuni bersagli simbolici della stagione politica giallo-verde
“Vogliamo far entrare lo sciopero nelle case, espanderlo alla società, agli ospedali e ai consultori, alle scuole e alle università. Qui si produce un sapere che in gran parte continua a riprodurre quei ruoli e quelle gerarchie. Guardando alla lotta delle lavoratrici migranti della Yoox di Bologna e delle operaie di Italpizza a Modena, contro le molestie e l’intreccio tra sessismo, razzismo e sfruttamento. Vogliamo portare le istanze dello sciopero femminista in tutti i luoghi di lavoro. Vogliamo preparare i luoghi di lavoro con assemblee sindacali ovunque sia possibile.”
Una spinta ambiziosa contro alcuni bersagli simbolici della stagione politica giallo-verde. “Il disegno di legge Pillon e le mozioni anti-aborto”, “la guerra alle e ai migranti legittimata dalla legge Salvini”, “la violenza economica e una manovra finanziaria che, lungi dall’abolire la povertà- continua il post- ha trasformato il ‘reddito di cittadinanza’ in un dispositivo di controllo classista”. A Napoli l’assemblea di domani, 22 gennaio, si dividerà in tavoli di lavoro. Il tavolo ‘Formazione’ approfondirà i ddl Salvini e Pillon, con l’organizzazione di interventi e iniziative in scuole, università e piazze; infatti ‘Sciopero’ immaginerà la giornata dell’8 marzo, tentando di “differenziarla il più possibile così da allargare la possibilità di partecipare e scioperare”; ‘Comunicazione’ organizzerà feste, iniziative e presentazioni.
Al centro della discussione anche “l’autoinchiesta sul lavoro verso l’8 marzo” e “l’organizzazione di assemblee territoriali”. Momenti assembleari sono previsti in alcune tra le principali città italiane. Torino, Padova, Firenze e Catania. Permane lo scarto ideale tra movimento e segreteria della Fiom che non proclamerà lo sciopero.
Fonte DIRE