“Noi terremotati siamo molto stanchi di essere usati come pretesto per fare sciacallaggio politico, di essere argomento per sostenere battaglie private e battaglie di alcuni partiti. Noi non abbiamo alcun cappello politico e con la stessa coerenza con la quale abbiamo organizzato quattro manifestazioni nel corso dei due governi precedenti ci stiamo organizzando per farne un’altra a breve e iniziare a contestare anche questo. Ad oggi, di tutte le promesse fatte da Di Maio e Salvini in tempo di campagna elettorale, nulla è stato fatto: dopo 8 mesi continuano a ripetere di stare a verificare quello che potrebbero fare e noi ci sentiamo presi in giro soprattutto quando poi vediamo che ritirano fuori la questione terremoto paragonandola a quella dei migranti. “Noi non possiamo pensare a loro perché dobbiamo pensare prima ai terremotati” è lo slogan di qualcuno. Tra l’altro non serve pubblicare una foto falsa di un campo innevato in Libia spacciandolo per quello di Amatrice: questa è pigrizia e poi i problemi ci sono, ci sono anche col sole figuriamoci in questo periodo in cui sta anche nevicando abbastanza!”
Questo è lo sfogo di Francesco Pastorella, coordinatore di 114 comitati di terremotati intervenuto a Un giorno da ascoltare per lanciare un appello al governo giallo verde.
“Ci sentiamo presi in giro dal governo, il mese scorso Salvini ci ha mandato una lettera in cui dichiarava che a breve avrebbero iniziato a sistemare le cose nelle zone colpite dal sisma… Tante parole ma nel concreto nulla! Quando chiediamo loro cosa si può fare per le 12.000 persone che hanno perso il lavoro, noi vorremmo una risposta concreta dal momento che quando erano all’opposizione si sono appuntati precisamente tutti i punti carenti dello scorso governo per la questione terremoto, non stavano su Marte, avevano seguito molto bene tutta la vicenda, anche per questo e per tante altre cose ci sentiamo presi in giro.”