Scattano i dazi europei sul riso proveniente dalla Cambogia e dalla Birmania (ex Myamar) che ne hanno esportato nell’Unione Europea ben 328 milioni di chili nel 2017/18, con un aumento del 256% negli ultimi sette anni. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti. Quest’ultima è stata divulgata in occasione del via libera al regolamento esecutivo della Commissione Europea che attiva la clausola di salvaguardia, dopo la scadenza dei termini previsti per l’adozione dalla procedura scritta.
Oltre 2/3 degli arrivi riguardano la Cambogia. Circa 1/3 proviene dal Myamar
Si tratta di un deciso cambio di rotta nelle politiche europee. Infatti, rispetto agli accordi commerciali preferenziali stipulati con Paesi che spesso non rispettano le condizioni produttive ed i diritti dei lavoratori vigenti all’interno dell’Unione, questo regolamento si pone come una vera presa di posizione. Oltre 2/3 degli arrivi riguardano la Cambogia. Circa 1/3 proviene dal Myamar. Quest’ultimo è sotto accusa delle Nazioni Unite per “genocidio intenzionale”, “crimini contro l’umanità” e “crimini di guerra” contro la minoranza musulmana dei Rohingya. La comunità dei Rohingya è costretta anche ad abbandonare i propri raccolti di riso a causa della violenta repressione da parte del governo.
Con la pubblicazione del regolamento in gazzetta Ufficiale gli operatori commerciali che importano nell’UE il riso lavorato e semilavorato proveniente dai due Paesi asiatici è previsto il pagamento di un dazio per un periodo di almeno tre anni. Si parte da 175 euro a tonnellata nel 2019, a 150 euro a tonnellata. Nel 2020 si arriverà fino a 125 euro. Una misura necessaria per salvare la produzione nazionale colpita da una drammatica crisi che mette a rischio il primato in Europa. Qui l’Italia è il primo produttore di riso con 1,40 milioni di tonnellate su un territorio coltivato da circa 4mila aziende di 219.300 ettari, che copre circa il 50 % dell’intera produzione Ue con una gamma varietale del tutto unica.
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