Faenza, a lezione di civiltà: quando la scuola forma i cittadini. Tutti i bambini di una classe si vaccinano per far tornare a scuola la compagna malata.

Sempre più spesso ci troviamo a confrontarci con un mondo, quello della scuola, che per osmosi sembra stia acquisendo tutti quei tratti di odio, violenza e intolleranza che stanno connotando la nostra società e noi stessi, soprattutto negli ultimi mesi. Bullismo e cyberbullismo tra i ragazzi, aggressioni e violenza ai danni dei docenti, genitori rabbiosi ed intransigenti nella loro lotta feroce in difesa, ad oltranza, dei figli apparentemente vessati e mai colpevoli.

Sono bastati 14 giorni del nuovo anno per mettere insieme 4 casi di maltrattamenti ed abusi ai danni di piccoli bambini della scuola dell’infanzia, 4 storie raccapriccianti di nevrosi e violenza perpetrata su chi non può opporsi e, il più delle volte, nemmeno denunciare i fatti. È in questo clima di diffidenza nei confronti dell’altro, chiunque esso sia, che si consumano gesti “normali” di solidarietà, esternazioni “ordinarie” di empatia, manifestazioni di “semplice” rispetto nei confronti del prossimo.

Ecco, tutto ciò che è sempre stato considerato “normale”, “ordinario” e “semplice”, oggi assume i contorni dell’eccezionale, dello straordinario, del “più unico che raro”. Aiutare un compagno di classe in difficoltà e farlo con un gesto semplice, vaccinandosi, senza farsi travolgere dall’odio e dal divisionismo che ha intossicato e inquinato anche il tema delle vaccinazioni e dei vaccini a scuola.

È così che l’infinita bellezza di un gesto d’amore diventa notizia virale e racconta a milioni di persone della voglia incontrollabile di decine di bambini di far vivere la normalità della scuola ad una compagna affetta da leucemia. Tutti si vaccinano per darle modo di tornare in classe e di farlo senza rischiare nulla. Siamo tutti fieri di loro, così come ha anche espresso lo stesso Ministro Bussetti:

“Sono molto fiero dei bambini della scuola di Faenza, che hanno deciso di vaccinarsi contro l’influenza per permettere a una loro compagna, in questo momento in ospedale per curare la leucemia, di tornare in classe con loro nelle prossime settimane senza correre rischi”.

“Voglio ringraziarli, insieme ai loro genitori e ai loro insegnanti, per la sensibilità e la prontezza che hanno dimostrato. Hanno compiuto un gesto di grande responsabilità e solidarietà. Dimostrando con i fatti che la scuola è una grande comunità: in classe non si va solo per studiare, si stringono relazioni, si impara ad avere rispetto e cura gli uni degli altri”.

“Questi studenti ci hanno dato un’importante lezione. Ci hanno ricordato che è a scuola che si diventa cittadini e che il contributo di ciascuno di noi è fondamentale per migliorare la vita di tutti”.