Violenza minorile: quanto è importante lo strumento giuridico della mediazione? La risposta dell’Avv. Chidichimo, direttore scientifico del Master UniCusano di II Livello in Mediazione Penale Minorile.
Violenza minorile, un fenomeno in drammatica espansione che oltre a gettare nella più disperata apprensione migliaia di famiglie italiane, apre un dibattito sociale, culturale, politico ma anche legislativo, per gestire con gli strumenti giuridici più idonei anche i casi più delicati e scioccanti, come quello che ha letteralmente sconvolto, nei giorni scorsi, la cittadina di Massa.
Prima l’hanno picchiato, poi gli hanno puntato un temperino alla gola e lo hanno ferito. La baby gang di bulli si è accanita contro il coetaneo nella città di Massa durante le feste di Natale in un parco pubblico. Il tentato omicidio è stato ripreso da una telecamera di videosorveglianza e i tre ragazzi sono stati arrestati.
Secondo una prima ricostruzione, i ragazzini si trovavano in un parco pubblico a Massa quando per futili motivi hanno prima preso a calci e pugni la loro vittima, poi uno di loro ha tirato fuori un temperino provocando al ragazzo, finito a terra e ormai quasi esanime, una ferita alla gola di circa 10 centimetri. Il pestaggio è continuato fino a che il gruppo, ritenendo di aver completato la spedizione punitiva, ha abbandonato il luogo lasciando solo il ragazzo ferito che ha avuto la forza di avvisare i genitori.
Due dei protagonisti di questa orribile vicenda di violenza cieca e immotivata hanno appena compiuto 16 anni, solo il terzo componente della banda sarebbe maggiorenne. Per capire meglio come affrontare casi così estremi di violenza minorile, Radio Cusano Campus ha contattato l’Avv. Lucia Chidichimo, per molti anni impegnata nella mediazione di casi penali ed ora direttrice scientifica del Master di II Livello UniCusano in “Mediazione Penale Minorile”. Avvocato, il caso che abbiamo preso in esame, fortemente esemplificativo, ci racconta di un fenomeno, quello della violenza minorile, in drammatica espansione. Come lo si affronta e con quali strumenti giuridici?
“Il processo penale minorile ha una sua vita autonoma rispetto al processo penale degli adulti. Con i minorenni l’impianto legislativo attualmente in vigore consente un approccio diverso nei confronti del minore indagato o imputato, direi un approccio orientato al recupero e al reinserimento in società. Il discorso relativo alla Mediazione Penale Minorile rientra a pieno titolo in questo tipo di atteggiamento volto alla presa di coscienza prima e alla riabilitazione poi. I principi fondamentali attorno ai quali ruota il processo penale minorile, e ai quali di conseguenza si ispira anche la mediazione, sono i seguenti: l’adeguatezza della pena e il tentativo di evitare, finché possibile, una detenzione che spingerebbe più ad un comportamento recidivo che ad una presa di coscienza. Anche nel Master che ho strutturato per l’UniCusano propongo un approccio integrato allo studio dei problemi sulla mediazione penale minorile, secondo quanto sancito dai nuovi Principi di Legge i quali prevedono l’obbligatorietà dell’azione mediata in tutte le sue possibili accezioni, che assumono oggi un ruolo di importanza fondamentale”.
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