‘Paradisi perduti? Viaggiatori responsabili per un turismo che sviluppa le comunita’ locali’. È questo il titolo del dossier con dati e testimonianze che Caritas italiana dedica al tema del turismo sostenibile e responsabile come potenziale in termini di crescita nel rispetto dell’ambiente e delle culture locali. Lo fa approfondendo il caso studio di Haiti, “il Paese piu’ povero dei Caraibi e il piu’ discriminato, nonostante le grandi risorse e una ricca storia – sottolinea Caritas -. A nove anni dal terremoto che ha colpito Haiti, proprio i progetti in atto o attivabili, come ad esempio il supporto alla piccola imprenditorialita’, possono essere un buon volano per sviluppare il turismo responsabile e diventare una leva per il rilancio e il riscatto del Paese”. Caritas italiana da gennaio 2010 a dicembre 2018, grazie alla raccolta straordinaria promossa dalla Conferenza episcopale italiana, ricorda il dossier, “ha finanziato complessivamente 214 progetti di solidarieta’, per un importo di oltre 24 milioni di euro”. La maggior parte dei progetti sono stati realizzati nelle zone piu’ colpite dal sisma, ma complessivamente si e’ intervenuti in tutte e 10 le diocesi, anche in risposta alle successive emergenze, come l’epidemia di colera, l’uragano Matthew del 2016, l’ulteriore sisma di ottobre 2018. Durante la prima missione a Cap-Haitien in collaborazione con la Caritas locale – prosegue il Dossier – sono stati identificati i diversi stakeholder a cui e’ stato sottoposto un questionario di analisi sulla situazione economica e le principali fonti di reddito dell’area, sulla situazione sociale, sul contesto del turismo (problemi, carenze e opportunita’) e sulle caratteristiche del turismo responsabile”. Ma se il turismo non e’ il risultato di un approccio sostenibile “puo’ accentuare le disuguaglianze, favorire la concentrazione del capitale in poche mani, incoraggiare fenomeni di land grabbing e lo spopolamento delle zone rurali, sostenere l’utilizzo di manodopera sottopagata, creare gravi danni all’ambiente e alle culture locali”. Un turismo responsabile e sostenibile invece, “puo’ contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 sottoscritta nel settembre 2015 da 193 Paesi membri dell’Onu”. Inoltre, “la dottrina sociale della Chiesa ci ricorda che siamo chiamati ad essere non turisti ma viaggiatori”. Dunque, “un approccio sostenibile in quanto rivolto alla costruzione di una comunita’ umana dove le diversita’ non rappresentano un ostacolo alle relazioni e alla fraternita’, ma diventano invece occasione di sperimentare concretamente la gioia dell’incontro e del dialogo, nel godere la bellezza di quanto e’ dato all’umanita’”. Il dossier si aggiunge ai 42 gia’ pubblicati da Caritas Italiana a partire dal 2015, tutti disponibili on-line. (www.agensir.it)
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