Carige, Vincenzo Imperatore, consulente di direzione, giornalista e saggista, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta da Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano: “Il cambiamento del nulla è il nulla. Un governo del cambiamento che aveva dichiarato che non avrebbe dato nessun soldo alle banche durante il periodo del marketing pre-elettorale, si è poi smentito. Hanno dato soldi alla SGA per acquistare crediti deteriorati di Carige, quando aveva già ricevuto 30 milioni di soldi pubblici. Nulla è stato fatto sul tema della tutela dei risparmiatori, nulla è stato fatto sulla riforma delle banche di credito cooperativo, nulla per la creazione della banca per gli investimenti, nulla è stato fatto contro i banchieri che hanno portato le banche in questa situazione. Come si andrà avanti con Carige? Come è andata avanti MPS, vengono soldi pubblici dentro con la speranza che tra 12 mesi ce li restituiscano. Il sistema bancario non riesce più a produrre ricavi, quindi come si restituiscono questi soldi se non si fanno ricavi? Da Genova a Bari il passaggio è breve. Banca Popolare di Bari è a rischio. C’è una relazione molto incestuosa tra Stato-Banche e autorità di controllo. Uno compra i titoli di Stato, Bankitalia chiude un occhio sulle ispezioni e lo Stato se tu fallisci ti aiuto. Non si può uscire da questo circolo”
Riguardo il salvataggio di Banca Carige
“In Italia le banche non falliscono –ha affermato Imperatore-, almeno le banche di determinate dimensioni. Perché le banche sono un elemento decisivo nel sistema economico di un Paese e il fallimento di una banca trascinerebbe con un effetto alone altri comparti economici fondamentali del Paese. Le banche sono piene di titoli del debito pubblico, dunque un fallimento metterebbe a rischio il Paese. Ci sarebbe una fuga di massa dei depositi, ci sarebbe, e già c’è, un effetto determinante sul sistema del credito. Quindi il salvataggio di una banca è dovere di un governo. Il problema non è il salvataggio della banca, il problema è politico: il cambiamento del nulla è il nulla. Cioè un governo del cambiamento che aveva dichiarato che non avrebbe dato nessun soldo alle banche durante il periodo del marketing pre-elettorale, si è poi smentito. E’ vero che non arriveranno soldi alle banche, ma se uno legge con attenzione la legge di bilancio, all’articolo 18 comma 35 c’è scritto che i soldi stanziati per le banche possono essere spostati per capitalizzare società partecipate dal Mef, quale società in questo caso? La S.G.A, Società per la Gestione di Attività, già intervenuta per le banche venete, che avrà quindi i soldi per acquistare i crediti deteriorati di Carige. Piccolo particolare: SGA è già intervenuta in Carige, sottoscrivendo 30 milioni di soldi pubblici nell’ultimo aumento di capitale. Quelle azioni oggi valgono poco più di niente. Allora, il nulla in questo governo è dappertutto sul tema delle banche. Nulla è stato fatto sul tema della tutela dei risparmiatori, nulla è stato fatto sulla riforma delle banche di credito cooperativo, nulla per la creazione della banca per gli investimenti, nulla è stato fatto contro i banchieri che hanno portato le banche in questa situazione”.
Punire i debitori?
“La logica punitiva –ha dichiarato Imperatore-. sta nell’individuare il sistema di connessione, per non dire di collusione, nel momento in cui il credito è stato erogato non perché si è sbagliata la valutazione ma perché hai ricevuto pressioni. E’ lì che bisogna intervenire. Gli aumenti di capitale sono stati fatti con un terrorismo e con minacce subdole nei confronti dei risparmiatori e soprattutto gli imprenditori che ricevevano affidamenti, che dovevano comprare le azioni della banca. La maggior parte di questi risparmiatori che hanno sottoscritto gli aumenti di capitale non era consapevole del rischio che correva. Il problema non è metterci ora soldi pubblici dentro, il problema è: li recupereremo?”
Come si andrà avanti con Carige?
“Come è andata avanti MPS –ha spiegato Imperatore-. Sono stati messi soldi pubblici dentro con la speranza che tra 12 mesi ce li restituiscano. La gestione di MPS è ancora deficitaria perché il management bancario del nostro Paese è vecchio, superato. Continuano a perseguire la stessa soluzione: dateci i soldi e poi noi vediamo cosa fare. Il sistema bancario non riesce più a produrre ricavi, quindi come si restituiscono questi soldi se non si fanno ricavi? Da Genova a Bari il passaggio è breve. Banca Popolare di Bari è a rischio. C’è una relazione molto incestuosa tra Stato-Banche e autorità di controllo. Uno compra i titoli di Stato, Bankitalia chiude un occhio sulle ispezioni e lo Stato se tu fallisci ti aiuto. Non si può uscire da questo circolo. Come si può uscire? Se proprio vogliamo essere in un’economia liberista, allora facciamola fallire una banca. Negli Usa, di fronte al fallimento di LB e di qualche altra banca, il sistema bancario ha poi deciso di mettere le mani sulla nomina degli amministratori, di inasprire le pene. Se ci vuole questo nel nostro Paese per far reagire il sistema, allora che fallisse pure una banca come soluzione estrema, può essere anche la mia”.