Eugenio Bernardini, pastore della Chiesa Valdese che ospiterà una decina di migranti della Sea Watch interviene a Un giorno da ascoltare: “Innanzitutto bisogna ricordare che sono persone umane e non pacchi da trasportare. E’assurdo che siano rimasti in acqua per tutto questo tempo, trattandosi di numeri relativamente piccoli ed è particolarmente scandaloso che non si trovasse una soluzione a livello europeo, una vera e propria figuraccia. Siamo in attesa di sapere quanti saranno, quando arriveranno e soprattutto chi saranno perché la nostra esperienze insegna che un’accoglienza più personalizzata possibile, cioè tenendo conto dei bisogni e delle capacità di queste persone, consente un percorso più rapido e sicuro di integrazione per evitare problemi. Ancora non sappiamo quando verranno e sappiamo che i mal di pancia all’interno del governo italiano potrebbero far ritardare questi arrivi per motivi burocratici ma anche questo non lo sappiamo. Appena sapremo qualcosa inizieremo a predisporre le case dove ospitare queste persone; abbiamo varie opzioni in questo momento ma tutto dipenderà dalle caratteristiche di queste persone, soprattutto quelle linguistiche. Gli esponenti del governo non si sono fatti sentire, abbiamo avuto rapporti con la Farnesina e con il Ministero del Esteri, con cui abbiamo avuto contatti formali per capire a che punto eravamo ma è stato l’unico contatto diretto che abbiamo avuto. Le procedure attuate per garantire un’accoglienza quanto più felice possibile sono molte: le attività con i minori in particolar modo sono state eccellenti e devo dire che l’esperienza con le scuole pubbliche è stata soddisfacente perché sono stati in grado di accoglierli nonostante le difficoltà linguistiche e culturali che ci sono all’inizio e questo ci ha molto soddisfatto. Le strutture pubbliche, al di la di quello che si possa pensare, sono estremamente disponibili e portano a grandi risultati. Le famiglie le teniamo insieme in piccoli alloggi dedicati a loro, la dimensione familiare aiuta la socializzazione mentre gli uomini soli sono più difficili da gestire perché devono apprendere la lingua, sono in apprensione per la ricerca di un lavoro che consenta anche di mandare risorse al proprio paese e molto spesso sono agitati e non hanno la pazienza di aspettare la conclusione del percorso per la richiesta di asilo o di protezione internazionale. ” Sul dl sicurezza, aggiunge: “il dubbio che ci stiamo ponendo è quello dell’efficacia di questo decreto, se togliendo varie opportunità ai migranti tra cui quella di potersi curare con l’assistenza sanitaria, ci sia il rischio di avere l’effetto opposto; non capiamo la ratio di questa decisione così come la diminuzione delle risorse per lo Sprar che ha dimostrato la sua efficacia nel corso del tempo.”